Oltre 150 dipendenti hanno protestato a Vicenza La Regione garantisce la proroga della cassa integrazione, ma ora la proprietà deve chiederla
Una goccia di speranza in un mare di incertezza: può essere riassunta così la lunga giornata vissuta ieri dai lavoratori dell´Ilta-Pai di Campiglia dei Berici.
L´epilogo nel pomeriggio, a Venezia, dove l´assessore regionale al lavoro Elena Donazzan aveva convocato d´urgenza le parti per fare il punto della situazione. Dopo i colloqui singoli con i rappresentanti della famiglia Nizzetto e del gruppo Amadori, il tavolo di fronte a Cgil, Cisl e Uil e la buona notizia per i lavoratori: la Regione ha garantito che ci sono le risorse per una proroga della cassa integrazione straordinaria (terminata il 31 dicembre).
La palla, ora, passa alla proprietà (i Nizzetto) che, sollecitata dai sindacati, si è impegnata a presentare la domanda.
La nota dolente potrebbero essere i tempi tecnici, non certo brevi, ma per lo meno all´orizzonte i circa 200 lavoratori del macello di Campiglia vedono la possibilità di un minimo sostegno economico.
La produzione, infatti, è ferma dal 7 gennaio scorso e non riprenderà «fino a che non saranno garantiti i requisiti in grado di assicurare sia la sicurezza dei lavoratori, sia la qualità del prodotto», come aveva fatto sapere Amadori in una nota. La partita è dunque tra la famiglia Nizzetto e il gruppo romagnolo che, in caso di acquisizione del macello, sarà chiamato ad investimenti ingenti.
Già oggi Amadori – che ha ribadito la volontà di mantenere l´impegno se ci sono le condizioni – dovrebbe consegnare ai Nizzetto il dossier riepilogativo delle verifiche effettuate, con l´elenco degli interventi necessari. E così la trattativa entrerà nel vivo. L´appuntamento è dunque per il 14 febbraio, quando le parti scioglieranno le riserve in un incontro già fissato in Provincia.
Il dramma dei lavoratori, però, continua. E ieri circa 150 dipendenti lo hanno urlato a gran voce davanti alla sede della Prefettura. «Lavoro! Lavoro! Lavoro!» hanno continuato a gridare per quasi due ore, in attesa che i rappresentanti sindacali incontrassero il prefetto Melchiorre Fallica. «Abbiamo spiegato la situazione, esprimendo tutta la nostra preoccupazione – hanno detto Daniele Zambon (Fai Cisl), Edoardo Zampese (Flai Cgil) e Nicola Storti (Uila Uil) -. Il prefetto ha promesso che si muoverà immediatamente per sentire le parti e fare le pressioni necessarie affinché la cosa possa essere risolta positivamente». Fuori dai palazzi, intanto, va in scena la preoccupazione di chi è chiamato a fare i conti con una quotidianità fatta di bollette, mutui, affitti, famiglie da mantenere e figli da mandare a scuola.
Tanti immigrati che si erano forse illusi di aver trovato un posto sicuro, ma anche tante persone che tra gli impianti dell´Ilta-Pai sono di fatto cresciute, vivendone lo sviluppo prima (dai quindici dipendenti di inizio anni ´70 agli oltre 300 di cinque anni fa) e il declino poi, con un rischio chiusura che, come ribadito con forza da Cgil, Cisl e Uil, «può diventare un vero e proprio dramma sociale».
Il Giornale di Vicenza – 31 gennaio 2012