Dalla tivù alle sfide fra amici: «Arte e passione». Sfilettare lo sgombro rilassa, impastare e mantecare concentra, creare una mousse è come dipingere. Sentirsi chef è glamour. Le star tivù della cucina fanno proseliti. E i corsi di cucina, come gli chef a domicilio, si moltiplicano.
Nel Veneto è un vero boom, i corsi sono cresciuti sia come offerta che come partecipanti, sarà per le origini di Carlo Cracco, vicentino, uno dei magnifici tre del format di Sky «Masterchef» (insieme a Bruno Barbieri e Jo Bastianich), o per la ricchezza enogastronomica tipica della regione. Corsi e scuole di cucina sono presi d’assalto: bambini, adolescenti, giovani professionisti, il target è sempre più vario. E per i ragazzi veneti il sogno di diventare calciatore o modella è sempre più spesso sostituito dalla fantasia di indossare grembiule e cappello da cuoco e approdare in tivù a «Masterchef», o prendere il posto di Benedetta Parodi, ma anche sfidare Alessandro Borghese a «Tutti contro Ale», o vincere una puntata di «Cuochi e fiamme». Almeno a quanto dicono gli chef veneti.
Per i più ambiziosi, poi, il traguardo è aprire un ristorante e conquistare le stelle Michelin come il padovano Massimiliano Alajmo. La «tendenza food» dilaga, dai bambini dell’asilo agli adolescenti. Chi è trendy la domenica pomeriggio non va in discoteca, ma a imparare a cucinare. Anche perchè, «l’arte di sedurre ormai passa attraverso la cucina». Parola di Roberta Molani, animatrice di «Peccati di gola» (www.peccatidigola.info) a Mestre, 12 sedi in cui organizza corsi di cucina, tra cui Conegliano, Castelfranco e Padova. «L’uomo che sa cucinare ha più chance nella conquista – sottolinea – . Non a caso è pieno di uomini tra i 25 e i 40 anni ai nostri corsi. La novità dell’ultimo periodo sono gli adolescenti, che stanno arrivando in massa. E’ un settore che non conosce crisi: un bravo chef o pasticcere trova facilmente lavoro». Conferma Erika Coromer, padovana, in arte «Cuoca Paglia»(cuocapaglia.blogspot.com), chef a domicilio, tra le prime nel Veneto a insegnare l’arte della cucina ai bambini dai 5 agli 11 anni. «Molti adolescenti sono incuriositi dall’enogastronomia – fa notare – , diventare chef è davvero alla moda. Insegno ai ragazzi di 14 anni la domenica pomeriggio. Il boom è soprattutto per il cake design, la decorazione artistica dei dolci. E per la cucina antiage, che chiamo cucina consapevole».
Il fenomeno è in tale crescita che a Verona lo chef Luca Dall’Omo (specializzato nel finger food e nella cucina creativa), dopo anni di corsi, ha deciso con il suo team (Davide Giuseppe Zanetti e Martina Avesani) di aprire una vera «Scuola di cucina», che partirà dal primo aprile dentro a Palazzo della Ragione, in piazza dei Signori. «Ci saranno corsi per gli appassionati di food, accessibili a tutti – spiega Dall’Omo – e poi quelli per i professionisti. La richiesta è tanta. Ho perfino organizzato corsi per i piccoli dell’asilo in cui partivamo dal disegno della spiga fino ad arrivare a insegnare loro a fare le lasagne». In contemporanea Dall’Omo avvierà pure due ristoranti, sempre a Palazzo della Ragione, uno addirittura dentro al museo. «La professione del cuoco è diventata tra le più ambite – conferma Daniele Gaudioso, noto gourmet veneto, consulente per il Gambero Rosso e Accademico della Cucina – . Certo le trasmissioni tivù hanno contribuito a sdoganare il mestiere, c’è la corsa alle scuole e ai master di cucina. Il vantaggio? L’enogastronomia offre ottimi sbocchi professionali: i bravi chef sono richiesti in ogni ristorante di livello». Gaudioso ogni anno organizza tra professionisti ed esperti veneti di cucina la «sfida del panettone». I migliori prodotti locali sfilano in passerella. Un «format» che sta crescendo in partecipanti e concorrenti. Sull’esempio di Gaudioso, le sfide stile «Masterchef» alla veneta, tra amici, si moltiplicano: gare di cucina in cui a spignattare ai fornelli c’è il magistrato contro il primario di chirurgia o lo scrittore in competizione con il bancario.
Francesca Visentin – Corriere del Veneto – 23 febbraio 2013