Secondo le statistiche della Fao, nel 2010 sono state consumate 286 milioni di tonnellate di carne, ovvero 42 chili annui a testa per ogni abitante del pianeta. Come insegna l’approccio alla statistica del poeta romanesco Trilussa per ogni abitante della terra che non vuole o non può mangiare neppure un pollo, ce n’è uno che compensa. Nella vita vera la parte di chi mangia carne per due (o per tre, quattro…) è interpretata dagli americani.
Ogni cittadino Usa mangia in media 120 chili di carne all’anno, quasi il triplo della media mondiale e quasi il quadruplo della media dei Paesi in via di sviluppo, fermi a 32 chili. Sono però queste realtà a registrare i tassi di crescita dei consumi più elevati. Anche il mix di carni consumate sta cambiando. Se negli anni 70 la tipologia più in voga era quella bovina, oggi complice il boom economico asiatico, il vero boom è quello di suini e pollame.
Non in tutti i Paesi però i consumi sono sempre in crescita: se dal 1961 al 2009 quelli degli Stati Uniti sono passi da 89 a 120 chili annui per abitante con un’unica lieve recente flessione, in Francia si è passati da 77 a 87 chili, ma il picco di consumo c’è già stato e da qualche anno si registra uncalo più deciso. I tassi di crescita più imponenti sono quelli cinesi: nel 1961 i chili procapite annui erano meno di 4, oggi sono più di 58. Complici i tabù religiosi, il diffuso vegetarianesimo dei ceti alti e la modesta capacità di spesa di quelli bassi, è pressoché piatto l’andamento dei consumi indiani: c’è voluto quasi mezzo secolo per passare da 3,8 a 4,4 chili a testa all’anno.
Grafico Mezzo secolo di consumi di carne
Il Sole 24 Ore – 21 marzo 2013