Diktat aziendale ai 4.200 dipendenti: ognuno ha oltre un mese di arretrati. I sindacati: «Impossibile garantire i turni di lavoro»
PADOVA – Smaltire qualcosa come 170.000 giorni di ferie. I 4.200 operatori del comparto tra infermieri, tecnici e amministrativi dell’Azienda ospedaliera, «creditori» di una media di 40 giorni di vacanza ciascuno (ma in sale operatorie e rianimazioni si arriva a punte di 120), sono chiamati dai vertici a saldare l’ingombrante monte ferie. A questi numeri da capogiro si sommano le migliaia di giorni di meritato stop dovuti ai medici. Sollecitati, tutti, a smaltire le spettanze arretrate, nella misura del 5% annuo, e a godere delle attuali, ma con l’oggettiva difficoltà a organizzare turni e pianificare assenze.
Alla luce delle normative sul contenimento della spesa pubblica, l’ospedale di Padova intende così favorire la fruizione delle ferie del personale, anche quello con qualifica dirigenziale. Diritto irrinunciabile e non monetizzabile, le ferie vanno godute nel corso di ciascun anno solare, assicurando almeno 15 giorni continuativi tra giugno e settembre. E chi non va in vacanza, deve farlo per legge entro il primo semestre dell’anno successivo. La stretta, che rientra tra gli obiettivi di budget, è contenuta in una circolare appena inviata dal direttore generale Claudio Dario a tutti i reparti dell’Azienda ospedaliera.
Per ciascun dipendente verrà predisposto una sorta di «contatore di ferie» e l’amministrazione effettuerà monitoraggi periodici per tenerne sott’occhio lo smaltimento. «Viviamo una situazione kafkiana – sbotta Luigino Zuin della Uil ospedaliera – la situazione dei lavoratori è diventata paradossale. La pesante carenza di personale impedisce di fatto di assentarsi dal lavoro. Ci sono problemi anche per la pianificazione delle vacanze estive: mentre l’Istituto oncologico veneto ha già presentato il Piano ferie 2013, sottoscritto dal sindacato, in Azienda e nell’Ulss 16 tutto ancora tace e il tavolo negoziale, da quattro mesi, è bloccato».
Per un altro sindacalista, Emiliano Bedon della Cisl, «il pesante residuo accumulato negli anni è un grave fardello, assieme al continuo sforamento dello straordinario e alla mancata fruizione dei turni di riposo. Malattie e maternità non vengono più sostituite da tempo con un inevitabile aggravio dei carichi di lavoro, tanto che per garantire il Piano ferie estivo è necessario ricorrere a contrazioni di attività e a turni aggiuntivi in orario straordinario».
Gazzettino – 2 maggio 2013