Cagliari. In base a studi scientifici e a direttive Ue sono considerati indenni dalla trasmissione del virus. ”L’autorizzazione – commentano Cappellacci e De Francisci – costituisce uno sblocco decisivo per tante nostre aziende suinicole di trasformazione, che finalmente non avranno più preclusi importanti mercati extraregionali”
Via libera all’export delle carni suine sarde ”termizzate”. Rispondendo positivamente a una nota dell’assessorato della Sanita’ della Regione Sardegna, il dipartimento della Sanita’ pubblica veterinaria del Ministerpo della Sanita’ ha autorizzato il protocollo sanitario redatto dall’organismo regionale che prevede le modalita’ operative da attuare negli allevamenti, negli stabilimenti di macellazione e di produzione di salumi e carni suine cotti.
”Il via libera alle nostre richieste, anche su proposta delle associazioni di categoria – commentano il presidente della Regione Ugo Cappellacci e l’assessore della Sanita’ Simona De Francisci – e’ la dimostrazione che il complesso lavoro di lotta alla peste suina africana della Regione continua a dare dei risultati tangibili anche sul fronte della valorizzazione delle produzioni isolane. L’autorizzazione all’esportazione delle carni sarde termizzate costituisce uno sblocco decisivo per tante nostre aziende suinicole di trasformazione, che finalmente non avranno piu’ preclusi importanti mercati extraregionali”.
I prodotti cosiddetti ”termizzati”, in base studi scientifici e a direttive Ue gia’ in vigore e grazie a una particolare e prolungata stagionatura, sono considerati indenni dalla trasmissione del virus della Peste suina africana. La normativa comunitaria (2002/99 Ce) prevede che ”gli Stati membri possano autorizzare, a determinate condizioni, la produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti di origine animale provenienti da un territorio o da una parte di esso soggetti a restrizioni per motivi di polizia sanitaria, ma che non provengono da un’azienda infetta o che si sospetta sia infetta”. Inoltre, l’allegato della direttiva ”specifica che i prodotti sottoposti a trattamenti specifici (termico e stagionatura) hanno una efficacia riconosciuta contro la sopravvivenza della peste suina africana” e ricerche internazionali hanno confermato l’assenza del virus dopo una stagionatura in un periodo compreso tra i 112 e 399 giorni.
Il documento della Regione stabilisce precise norme da seguire per la termizzazione dei prodotti, per la macellazione e per gli stabilimenti di produzione e lavorazione. I maiali devono provenire da aziende e da territori non soggetti a restrizioni per peste suina africana; da aziende certificate; devono essere accompagnati dai controlli anagrafici e del registro dell’allevamento. Inoltre, devono essere garantiti i prelievi per Psa prima della macellazione e la spedizione dei suini sotto vincolo sanitario dovra’ essere preceduta da una pre-notifica al Servizio veterinario competente sul mattatoio di destinazione inviata almeno 24 ore prima.
Per quanto riguarda gli stabilimenti di macellazione, il protocollo della Regione prevede una dettagliata procedura a tutela dell’igiene e della sicurezza alimentare, secondo quanto stabilito dalle norme nazionali ed europee. Relativamente alle aziende di produzione dei salumi termizzati, queste dovranno adeguare le proprie procedure alle nuove lavorazioni. Dovranno essere indicati, ad esempio, le fasi di produzione, i metodi di cottura, il tipo di macchinario utilizzato per la cottura, le temperature e i tempi per tipologia di prodotto, le caratteristiche dei materiali impiegati per il confezionamento.
In azienda dovra’ essere garantita la presenza del veterinario ufficiale a ogni lavorazione dei prodotti di origine sarda e dovra’ essere tenuto uno specifico registro di carico/scarico dove annotare la quantita’ di materia prima in entrata e i prodotti finiti in uscita, per garantire la tracciabilita’ di tutte le fasi di produzione e lavorazione. Su indicazione del servizio Prevenzione dell’assessorato della Sanita’, i Servizi veterinari delle Asl effettueranno periodici controlli in allevamenti, mattatoi e stabilimenti dell’intera filiera con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei prodotti da inviare fuori dalla Sardegna.
Lo sblocco dell’export dei prodotti sardi termizzati si aggiunge ad altri risultati ottenuti di recente dalla Regione, tra cui il via libera delle esportazioni per le aziende suinicole sarde che lavorano carne non locale, e la possibilita’ di regolarizzazione le aziende in zone di sorveglianza, comprese la deroga alla macellazione e alla movimentazione, e alle macellazioni a domicilio per uso famiglia. Si tratta di interventi che hanno interessato circa 3mila aziende suinicole dell’Isola.
Adnkronos – 5 agosto 2013