Inevitabile. Perchè se migliaia di cacciatori – quindi non esattamente una categoria amatissima – rispettano le regole alla lettera, ogni anno c’è sempre chi sgarra. Chi pensa, forse per la vastità dei luoghi in cui si muove, che lui no. Che lui non verrà mai beccato. E invece non è così. Perchè i controlli ci sono. Magari non particolarmente «visibili». Ma assolutamente presenti.
Lo dimostrano le ultime due operazioni portate a termine dalla polizia provinciale. Una, in particolare, è destinata a sollevare polemiche per la crudeltà di quanto è successo. Domenica scorsa, infatti, nei boschi vicino a Fumane, un cacciatore era stato bloccato perché sorpreso mentre teneva in spalla una femmina di capriolo in fase di allattamento, abbattuta illegalmente a pallettoni. L’uomo era regolarmente munito di porto d’armi. Ma è l’uso di quelle munizioni che è assolutamente vietato. Inoltre per le femmine di capriolo è ammessa la caccia di selezione unicamente nel periodo indicato dalla Provincia. Quindi quell’animale non poteva essere abbattuto. Si trattava di un esemplare giovane, sui tre anni. E dalle mammelle fuoriusciva latte, cosa che fa pensare che avesse un cucciolo che però non è stato trovato.
Il mercoledì precedente, a Breonio, sempre gli agenti della polizia provinciale in servizio di vigilanza antibracconaggio hanno inseguito e fermato un cacciatore che sparava a selvaggina migratoria. L’uomo, alla vista della pattuglia, ha tentato di scappare nella boscaglia liberandosi di fucile e munizioni conservate nella tasca della giacca. Dai controlli è emerso che era privo del porto d’armi revocatogli circa 20 anni fa. E’ stato denunciato a piede libero. Armi e munizioni sono sono state poste sotto sequestro amministrativo.
Corriere Veneto – 12 ottobre 2013