L’IMPEGNO Il presidente Moncalvo: battaglia finalizzata a difendere l’identità e il valore delle produzioni per assicurare reddito e lavoro
Oltre 10mila agricoltori e allevatori della Coldiretti «armati» di trattori si preparano alla campagna del Brennero per manifestare contro l’invasione di falso madein Italy. Si è ridotto infatti al 70% il tasso di autoapprovvigionamento di prodotti agroalimentari, mentre in un anno hanno chiuso i battenti oltre 30mila imprese agricole. E anche sull’occupazione scatta l’emergenza: la flessione, rilevata dai dati Istat di ieri c’è, anche se in percentuale inferiore rispetto agli altri settori. Unasituazione di allarme che stride con i numerosi punti di forza del made in Italy. Edèsu questi che vuole far leva la Coldiretti per la sua battaglia in difesa dell’identità e del valore dei prodotti italiani.
Una battaglia che avrà l’epicentro nel Brennero dove mercoledì prossimo è stato organizzato un presidio, in collaborazione con le forze dell’ordine, per smascherare l’ingresso del «finto Made in Italy» e delle importazioni di bassa qualità dirette sulle tavole in vista del Natale. Un’operazione puntata sui consumatori per aiutarli a fare scelte d’acquisto consapevoli, ma finalizzata anche a sostenere la sopravvivenza e il lavoro delle imprese italiane. Dal Brennero poi il presidente Roberto Moncalvo rilancerà con forza la richiesta dell’etichetta supertrasparente per tutti i prodotti.
«Dobbiamo portare l’agricoltura italiana e il suo modello di sostenibilità totale in Europa, compiutamente – ha affermato Moncalvo – abbiamo già cominciato a farlo. Ma è necessario anche agire per cancellare i furti d’identità e di valore che non permettono ai consumatori di acquistare con consapevolezza e che tolgono reddito alle nostre imprese».
Oggi l’Italia importa quasi il 30% dei prodotti alimentari con picchi dell’80% per la soia. Un «buco» produttivo non in linea con l’immagine del made in Italy, spesso rubata da prodotti che di italiano hanno solo le figure o il «sounding». Un giro d’affari perso di oltre 60 miliardi. «Se non difendiamo i nostri prodotti e la nostra identità – ha sottolineato Moncalvo – non ci sarà futuro per i giovani in questo Paese». E sarà il presidente della Coldiretti a guidare il presidio in un valico strategico attraverso il quale giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e anche milioni di cosce di maiale per fare i prosciutti, diventati il simbolo della protesta. A Reggio Emilia infatti, sempre mercoledì, convergeranno allevatori da tutta Italia.
Il Sole 24 Ore – 30 novembre 2013