Partenza in due ambulatori di altrettanti medici di famiglia di Verona città. Saranno loro i primi a «pensionare» la ricetta rossa, indispensabile, finora, per i farmaci acquistabili solo dietro prescrizione e per altre prestazioni sanitarie, tra cui molte tipologie di analisi. Da tempo la Regione ha deciso di sostituirla con una versione digitale, passo necessario verso il «fascicolo sanitario elettronico» che, dal 2015, sarà associato a ciascun utente, contenendo tutta la storia clinica personale, dalle vaccinazioni ai ricoveri.
Dopo le sperimentazioni nelle Usl di Belluno e di Treviso la procedura, per ora limitata al servizio farmaceutico, inizierà anche nella 20, che copre la città e la parte orientale della provincia. Secondo i vertici dell’azienda saranno necessari dai due ai tre mesi «per andare a regime», ovvero per coinvolgere i 305 medici di medicina generale, i 59 pediatri di libera scelta e le 121 farmacie del territorio. «Si tratta di un’operazione lunga e complessa, dal momento che coinvolge realtà radicalmente diverse – spiega il direttore generale dell’Usl, Maria Giuseppina Bonavina – ma è un lavoro necessario che porterà tre milioni all’anno di risparmio per tutta la Regione». Non è solo questione di soldi, nota però l’assessore regionale Luca Coletto: «Oltre al risparmio c’è anche l’attenzione alla cura: con una ricetta elettronica si potrà avere un maggiore controllo e ridurre il rischio di errori». Almeno in una prima fase, destinata a durare per gran parte del 2014, per l’utente non cambierà nulla. Accanto alla ricetta elettronica, infatti, verrà consegnata la sua controparte cartacea.
Tutto il servizio, a partire dalla prescrizione fino alla consegna in farmacia, verrà però gestito dalla banca dati congiunta Usl – Regione, seguendo uno schema che prevede il passaggio dal servizio di accoglienza regionale. «In questo modo fa sapere Andrea Oliani – direttore dei Servizi Informatici dell’Usl – sarà possibile intervenire in caso di ricette non conformi. In ogni caso la scelta finale della farmacia spetta all’utente». In un secondo momento la ricetta elettronica sarà sostituita da un «promemoria», un foglietto con scritto il codice e il nome del farmaco ma non necessario al ritiro in farmacia. «Quando il servizio andrà a regime – fa sapere Claudio Dario, direttore generale dell’Usl di Padova e presidente di Arsenal.IT, il consorzio regionale per la sanità digitale – sarà sufficiente un codice personale da presentare in farmacia, del tutto simile a quello che si presenta al controllore sul treno se si è acquistato il biglietto su internet». In nessun caso, comunque, l’utente dovrà ricorrere all’uso del computer: il codice, infatti sarà consegnato dal medico di famiglia. «Abbiamo già avuto i primi riscontri positivi – è la conclusione di Dario – il Veneto è preso come esempio, dal punto di vista della digitalizzazione, dall’ultimo rapporto Oasi, redatto dall’Università Bocconi, un modello apprezzato perché ha costruito un network tra pari, invece di stabilire una sorta di gerarchia tra le varie realtà locali».
Davide Orsato – Corriere del Veneto – 13 febbraio 2014