L’ALLARME Secondo l’Ance (costruttori edili) nell’80% dei casi la Pa ha in cassa i soldi per pagare ma non lo fa per non violare il patto di stabilità. L’Europa con il commissario Tajani ieri ha bocciato ancora una volta l’Italia sui tempi di pagamento alle imprese aprendo definitivamente la procedura d’infrazione a lungo minacciata.
Ma dall’Italia è arrivata immediata la replica piccata del premier Matteo Renzi. Che dopo aver assicurato che i debiti arretrati saranno «tutti pagati», promette che il nostro Paese non sarà più il peggior pagatore d’Europa dal prossimo 6 giugno quando partirà la fatturazione elettronica obbligatoria nella Pa: «È qualcosa di epocale. A quel punto il pagamento sarà automatico e nel rispetto dei tempi», ha assicurato Renzi che lancia anche una stoccata ironica a Tajani “colpevole” di pensare alla sua campagna elettorale («io lo capisco e gli faccio il mio in bocca al lupo anche se è di Forza Italia»).
Il botta e risposta tra Bruxelles e Roma è stato scatenato dall’annuncio del vice presidente della Commissione Ue con delega all’industria, Antonio Tajani, che ieri ha rotto gli indugi ordinando ai suoi uffici di predisporre la lettera di messa in mora che sarà inviata, dopo alcuni passaggi tecnici, entro 2-3 settimane, per l’applicazione non corretta della direttiva sui pagamenti. Una decisione, questa, presa dal commissario dopo la risposta non soddisfacente del Governo italiano arrivata nei giorni scorsi e soprattutto dopo la denuncia del presidente dell’Ance Paolo Buzzetti che ieri a Bruxelles ha consegnato i nuovi dati sui ritardi: «La campagna elettorale non c’entra. Forse il presidente Renzi non ricorda che è dall’inizio del mio mandato che mi batto perchè le imprese siano pagate puntualmente», ha precisato Tajani. Secondo l’associazione dei costruttori nell’80% dei casi la Pa ha in cassa i soldi per pagare i debiti, ma non lo fa per il timore di violare il Patto di stabilità interno. E così per le imprese i tempi per incassare si allungano dai 5 ai 12 mesi di media. «Non è possibile che per questo motivo si blocchino i pagamenti, perché le nuove norme europee che impongono alla Pa di pagare n 30 o al massimo in 60 giorni prevalgono sul patto di stabilità interno e sulle sanzioni che gli amministratori temono di subire», spiega Tajani. Che al Governo lancia un messaggio: oltre a ribadire la necessità di trasformate in decreto il Ddl varato nelle settimane scorse per pagare lo stock di debiti arretrati – «altrimenti non si riuscirà mai a pagare quanto promesso» – il commissario Ue rilancia chiedendo all’Italia di rivedere il Patto di stabilità interno con il suo corollario di sanzioni per chi lo sfora. Del resto un «intelligente allentamento» del patto – fa sapere l’Ance – su cui dall’Europa è già arrivato un sostanziale via libera consentirebbe di liberare subito i circa 5 miliardi di euro che gli enti locali hanno in cassa, ma non possono spendere per non sforare i parametri. Soldi che invece avrebbero effetti immediati sull’economia che l’associazione dei costruttori quantifica in 16,9 miliardi e inalmeno 85mila posti di lavoro. Una partita cruciale, questa, su cui il Documento di economia e finanza, che sarà trasmesso a Bruxelles entro il 10 aprile, dovrebbe fare chiarezza. Per Tajani è infine necessario riformare le regole di contabilizzazione delle spese che spingono le Pubbliche amministrazioni a rimandare il più possibile il saldo delle fatture per non pesare sul deficit dell’anno in corso.
Per il premier la vera «svolta epocale» arriverà invece dalla fatturazione elettronica in vigore a giugno. Mentre sui debiti pregressi – «secondo Bankitalia 68 miliardi, secondo i nostri uffici meno» – Renzi assicura: «Metteremo tutti i dati online. Entro il 21 settembre paghiamo tutto».
Il Sole 24 Ore – 1 aprile 2014