E’ con una sentenza di assoluzione per tutti che, in primo grado, si chiude il processo per la presunta truffa dei cani. Lo hanno stabilito i giudici del tribunale in composizione collegiale (presidente Giovanni Spinosa, a latere Roberto Veneziano e Carla Fazzini).
Nella precedente udienza il pm Andrea De Feis, sottolineando l’assenza di prove formatesi durante l’istruttoria, aveva chiesto l’assoluzione per gli imputati tranne che per Gabriella Villanova esponente dell’associazione che gestiva la struttura di Colleparco poi smantellata: per lei aveva chiesto una condanna a 5mila euro di multa per il solo reato di maltrattamento di animali e l’ assoluzione da tutti gli altri reati contestati. Lo stesso pm aveva chiesto l’ assoluzione per tutti i reati per gli altri quattro imputati:Antonella Picca, 39 anni, altra esponente dell’associazione che gestiva la struttura di ricovero finita nelle indagini e i veterinari Lino Antonini, 57 anni, responsabile dell’unità di randagismo dell’Asl; Vincenzo De Sanctis, 62 anni, direttore del dipartimento di prevenzione e responsabile del servizio sanità animale dell’Asl; Pasquale Striglioni, 63 anni, responsabile del servizio igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche. Le accuse contestate andavano dalla truffa ai maltrattamenti agli animali, dall’omissione d’atti d’ufficio alla falsità ideologica. Ieri i giudici hanno assolto i cinque dal reato di maltrattamenti perchè il fatto non costituisce reato e dagli altri reati contestati perchè il fatto non sussiste. Commenta l’avvocato Filippo Torretta, difensore della Villanova e della Picca: «La parte civile rappresentata dal Comune di Teramo si è associata alla richiesta del pm per quanto riguarda i maltrattamentii, ma lo stesso Comune di Teramo come ente gestore il 30 aprile scorso ha assegnato, sempre alla Villanova poichè si occupa della cura e del benessere degli animali, la gestione delle colonie feline di Teramo. Un atteggiamento davvero contraddittorio».
E sull’ assoluzione interviene anche l’avvocato Tommaso Navarra, difensore insieme a Guglielmo Marconidei tre veterinari: «Si chiude dopo anni una vicenda che in verità ha visto i vertici veterinari aziendali operare sempre con correttezza nei limiti delle proprie effettive competenze e risorse economiche». Secondo la procura (pm titolare del caso Davide Rosati) 64 cani senza padrone raccolti in strada e portati nella struttura di Colleparco vi sarebbero stati trattenuti mesi e mesi indebitamente, oltre il periodo necessario a compiere le operazioni di microchippatura e sterilizzazione previste dalla legge prima della reimmissione sul territorio. Questo, sempre secondo l’accusa, perchè tenere gli animali “parcheggiati” imponeva ai Comuni “proprietari” degli stessi un esborso per garantire loro vitto e alloggio: due euro e 50 centesimi al giorno per ciascun cane.
Il Centro – 12 giugno 2014