«È necessario dotare l’autorità degli imprescindibili poteri e indipendenza e delle risorse umane e strumentali». Al Consiglio dei ministri di oggi, salvo imprevisti dell’ultima ora, sarà nominata la squadra dei quattro commissari che affiancheranno Raffaele Cantone all’Anticorruzione.
Come da indicazioni di legge saranno due uomini e due donne, individuati da palazzo Chigi e presentati oggi nella riunione di governo dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia. Cantone, così, da oggi potrà dire di avere al completo il suo gruppo di vertice, con l’avvertenza che i quattro nominativi dovranno avere il parere favorevole del Parlamento prima dell’approvazione definitiva. Fino a notte, invece, i tecnici di palazzo Chigi hanno lavorato alle norme che rivedono i poteri dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. Disposizioni ipotizzate subito dopo lo scandalo dell’inchiesta Expo e via via ampliate con l’obiettivo indiscusso di togliere l’Anac da una storia decennale di strumenti spuntati e iniziative sulla carta. L’articolato dovrebbe avere carattere d’urgenza ed è probabile che confluisca nel più ampio decreto legge sulla pubblica amministrazione. Anche perché vanno scritte – essendo finora mancanti – le norme che regolano i rapporti tra l’Anac e il dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio. Ma ci saranno anche indicazioni sulle modalità di intervento nei cantieri Expo già sottoposti a indagine. È stata ipotizzata in proposito una sorta di «sequestro differito» cioè messo in esecuzione contro l’impresa inquisita solo al termine della consegna dei lavori, ma non è certo che questa norma veda la luce. Lo stesso Cantone, del resto, lo ha detto con chiarezza: serve «intervenire sui poteri dell’Autorità prevedendo in particolare il rafforzamento dei poteri ispettivi e l’attribuzione di poteri sanzionatori, al fine di rendere effettivi i controlli e le attività di vigilanza che il quadro normativo vigente già le riconosce». È poi necessario «dotare il sistema istituzionale di prevenzione e contrasto della corruzione, oltre che degli imprescindibili poteri e indipendenza, delle risorse umane e strumentali». È possibile, tra l’altro, che oltre alla nomina dei quattro commissari sia varata anche un’unità speciale di forze dell’ordine di particolare competenza – a partire dalla Guardia di Finanza – in tema di corruzione. Le altre norme richiamate da Cantone, di natura penale – autoriciclaggio, falso in bilancio e revisione della prescrizione – arriveranno a fine mese. Non si può escludere, inoltre, che tra le disposizioni normative anticorruzione ci sia anche un raccordo maggiore tra l’Autorità anticorruzione e i prefetti sul territorio. Lo stesso Cantone due giorni fa alla riunione del Sinpref (il sindacato del personale prefettizio), presente il ministro Angelino Alfano, aveva auspicato l’attuazione effettiva dei poteri delle prefetture in materia di anticorruzione e si è confrontato con più di qualcuno di loro.
Nel decreto Pa ci sarà anche una norma di delega sul riordino delle prefetture e della presenza degli uffici dello Stato sul territorio. Mentre sembra ormai escluso che i prefetti rientrino nel ruolo unico della dirigenza previsto dallo stesso decreto.
Il Sole 24 Ore – 13 giugno 2014