«Allarme lupi? Attenzione alle reazioni affrettate». Un appello che accomuna esperti del settore e associazioni ambientaliste. È Legambiente a prendere la parola dopo le polemiche che sono seguite all’uccisione di cinque vitelle (con altre cinque gravemente ferite) avvenuta nelle prime ore di lunedì a malga Moscarda di Erbezzo in seguito ad una predazione.
A intervenire, in particolare, era stata Coldiretti: l’associazione degli agricoltori ritiene incompatibile la tutela del lupo in Lessinia con l’attività tradizionale di allevamento, che si pratica, in estate, nei pascoli all’aperto anche durante la notte. Per Legambiente, però, il problema è diverso: «La presenza del lupo sulle nostre montagne – scrive in una nota l’associazione – può rivelarsi una straordinaria opportunità, ma deve essere gestita con la testa e non con la pancia. Va ridiscussa innanzitutto l’eterogeneità e la frammentazione amministrativa nella gestione dei grandi predatori». Uno dei problemi, per l’associazione è proprio il risarcimento del danno. La Regione, di recente, ha innalzato i fondi disponibili ma la procedura «resta non idonea e dispendiosa per gli stessi allevatori». Anche le iniziative di prevenzione «possono risultare completamente inadeguate e determinare un inutile impiego di denaro pubblico e solo un’accurata analisi dei danneggiamenti può mettere in luce specifiche vulnerabilità da sanare. È necessaria una valutazione complessiva e scientifica delle problematiche del settore agro zootecnico».
E oggi affronterà la delicata questione Giancarlo Ferron, guardiacaccia e scrittore che interverrà al Film festival della Lessinia (Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, alle 17), con un conferenza dal titolo «Di orsi, di lupi e di altri “nemici” dell’uomo». Al centro, i problemi posti dalla (rinnovata) convivenza tra esseri umani e animali selvatici. «Sono convinto che si tratti di una presenza importante – afferma Ferron – e per questo la popolazione va informata con notizie corrette, partendo già dalle scuola». Commentando i fatti di lunedì, Ferron avverte: «Attenzione alle risposte emotive». «Il lupo è un animale territoriale – nota – rischia di farsi notare molto all’inizio, quando deve ancora prendere confidenza con la zona. Col tempo le predazioni degli animali domestici diventano una rara eccezione. Quanto a quello che è successo a Erbezzo, bisogna sottolineare che è stata una reazione istintiva: il lupo attacca tutto quello che si muove in quella circostanza: in spazi più aperti ci sarebbero stati meno danni». Non deve preoccupare, secondo Ferron, nemmeno la numerosa cucciolata di Slavc e Giulietta (sette nuovi nati, per un totale di undici cuccioli in due anni). «Non esiste che i lupi condividano un’aerale ristretto: si sposteranno, è nella loro natura. Del resto, l’ha già fatto il padre, coprendo una distanza di oltre duemila chilometri». Accanto ai lupi, il guardiacaccia parlerà anche di orsi: «Anche in questo caso so che l’argomento è scottante – avverte – si può essere certi di una cosa, però: avvicinarsi quando ci sono in giro i cuccioli, anche per una foto, è il comportamento più pericoloso che si possa adottare. Loro sono innocui, la madre no».
Davide Orsato – Il Corriere del Veneto – 28 agosto 2014