Sono queste le notti che l’altopiano del Cansiglio risuona dei bramiti dei cervi in amore. Nell’oscurità della notte il suono del richiamo ha qualcosa di cupo e vagamente minaccioso, ma con il passare del tempo si sta facendo sempre raro: il numero degli esemplari, che tanto faceva preoccupare gli esperti, è di molto inferiore a quello degli scorsi anni.
I grandi branchi in realtà non dovevano essere poi così grandi e il fenomeno di dispersione ben oltre la Foresta è probabilmente una caratteristica fenomenica diffusa del comportamento dei grandi ungulati.
Lo stesso Governatore del Veneto Luca Zaia aveva di recente rimarcato che la stima che voleva branchi di cervi composti anche di tre-quattromila capi apparivano alquanto pretenziosi e che qualunque fosse la loro vera consistenza numerica dovevano essere lasciati in pace consentendo loro di scegliere liberamente il cammino da percorrere per il mantenimento della specie che per il suo eventuale accrescimento.
La novità sta proprio in questo: a quanto pare i cervi avrebbero scelto la diaspora cercando nuovi insediamenti sia nelle vicine regioni italiane che nei confinanti territori dell’Austria.
. «Sì, i cervi nell’area del parco del Cansiglio si sono dimezzati», conferma l’ambientalista trevigiano Toio De Savorgnani, che racconta come si è evoluto il problema degli ungolati nella foresta a cavallo tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone., dopo che un anno fa scoppiò il caso: alcuni residenti e politici chiesero di limitare la loro presenza nel parco attraverso un piano di abbattimento al quale si contrapposero gli animalisti e il governatore Zaia.
«Si nutrivano nei pascoli assieme alla mucche, e costringevano i pastori a spostarsi più lontano». Danni economici, quindi, per gli allevatori della zona a cui da due anni è stato concesso di recintare i pascoli con filo elettrico, impedendo l’avvicinamento di tutti gli animali selvatici. «Comportamento – continua l’esperto – che ha costretto i cervi, per nutrirsi, ad allontanarsi dal parco rifugiandosi nel resto della foresta. Ora escono poco, spesso di notte, in gruppi più piccoli e molto più diffidenti nei confronti della presenza umana, per questo l’intensità dei loro bramiti è diminuita». Sul numero attuale di cervi nel parco e fuori però, non ci sono sicurezze. «Il censimento è in atto – spiega Michele Bottazzo di Veneto Agricoltura – Presto i controlli saranno satellitari e quindi avremo aggiornamenti costanti».
Sonia Berti e Fausto Pajar – Il Corriere del Veneto – 11 ottobre 2014