A sollevare il polverone furono duemila aspiranti camici bianchi di Bari, Napoli, Salerno e Roma Tor Vergata, esclusi (ad aprile) dal test d’ingresso a Medicina e riammessi (a luglio) dal Tar del Lazio. Al successivo maxi ricorso intentato dall’Unione degli universitari (Udu) hanno aderito altri 2.500 candidati da tutta Italia, Veneto compreso. E in questi i giorni, i giudici stanno ammettendo tutti i ricorrenti, che contestano la correttezza della prova: molti compiti, in sostanza, presentavano codici alfanumerici visibili, in grado di violare anonimato e segretezza concorsuale.
«Si tratta di una vittoria senza precedenti – esulta Alessandro Asmundo (Udu-Studenti per Padova) -. L’esito del ricorso è l’ennesima dimostrazione: il sistema del numero chiuso non funziona». A Padova, le immatricolazioni riapriranno a breve: «La cifra esatta non si conosce ancora, ma può darsi che gli studenti ammessi siano anche più di 120 – dice Santo Davide Ferrara, presidente di Medicina del Bo -. La Conferenza nazionale dei presidi delle Scuole di Medicina ha approvato e spedito al ministro una mozione all’unanimità, per dire che questa situazione è inaccettabile e che avremo gravi difficoltà ad affrontarla: il problema riguarda soprattutto gli atenei più prestigiosi e attraenti come Padova e Bologna, che hanno richiamato più candidati e quindi dovranno accogliere più ricorrenti. Il nostro Ateneo ha già contattato le università con situazioni consimili per fare fronte comune: se dovremo sostenere l’emergenza, saremo costretti a cercare aule con capienza adeguata per affrontare l’impatto degli studenti riammessi con lo stesso numero di docenti. A Medicina non ce ne sono: dovremo utilizzare gli spazi di altre Scuole».
A Verona, le immatricolazioni riaprono (con riserva) fino al dicembre del 2015 per 50 ricorrenti: un numero più alto del previsto, dovuto ad una ventina di candidati che hanno fatto il test in un’altra sede e hanno chiesto, in seguito, di optare per Verona, ma inferiore a quello di molte altre università.
Molti studenti si sono già iscritti, e hanno cominciato a seguire le lezioni prima ancora di conoscere l’esito del ricorso. Stefania (Verona) e Mara (Belluno), ad esempio, frequentano dal primo ottobre: «Abbiamo deciso di ricorrere per tutelare i nostri diritti, anche se il nostro punteggio era inferiore di circa 1,5 punti per avere un posto in uno dei corsi di Medicina. Ma non è possibile giocarsi una professione con un test del genere, pieno di domande dubbie, e con acclarate violazioni in più sedi d’esame».
«Per noi è stata quasi una sorpresa, dobbiamo accettare quanto decidono a Roma di volta in volta – commenta Alfredo Guglielmi, direttore della scuola di Medicina di Verona -. Faremo di tutto per accogliere al meglio questi studenti, nella speranza che ci mettano nelle condizioni di svolgere le attività didattiche con un numero maggiore rispetto ai 180 iscritti previsti. Resta la situazione di incertezza che complica di molto il nostro lavoro, con regole che cambiano di anno in anno».
E ieri, nel frattempo, sono partiti (senza intoppi) i test d’ingresso per le scuole di specializzazione in Medicina, in programma fino a venerdì nelle 11 sedi di Padova, Verona, Thiene e Vicenza.
Il Corriere del Veneto – 29 ottobre 2014