Resistere, resistere, resistere. Questa è la parola d’ordine. E poco importa che le Regioni debbano tagliare i trasporti pubblici e il sociale, che debbano far quadrare conti sempre più traballanti e che debbano reggere agli insopportabili congelamenti del Patto di Stabilità. Nemmeno i tagli lacrime e sangue imposti dalle finanziarie di Prodi, di Berlusconi, di Monti, di Letta e anche di Renzi sembrano un motivo sufficiente.
Per chi li percepisce i vitalizi sono una garanzia costituzionale e vanno difesi in ogni sede di giudizio possibile. Perché anche la democrazia ha un costo e soprattutto perché, la storia di questo Paese insegna, i tagli vanno bene solo se riguardano gli altri.
I membri dell’associazione degli ex consiglieri regionali non hanno digerito i continui attacchi di questa stagione (anti)politica. Non hanno battuto ciglio quando la conferenza Stato-Regioni ha deciso che da quest’anno in avanti non ci saranno più vitalizi per chi adesso è in carica, ma sono saltati sulla sedia a sentire il florilegio di proposte a danno di quei diritti acquisiti che anche i giudici costituzionali (che sono sulla stessa barca quanto a pensioni d’oro) hanno deciso di difendere. Di fronte all’ennesima proposta di cancellazione retroattiva dei vitalizi e delle reversibilità dei consiglieri regionali avanzata dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti di Scelta Civica non ci hanno più visto. In barba alla professata povertà di Maria Teresa di Calcutta, l’associazione degli ex consiglieri ha convocato per venerdì mattina nella sala a lei dedicata nel municipio di Mirano (Venezia), una riunione per affrontare «il tanto dibattuto tema dei vitalizi».
Ovviamente non è dato sapere se alla riunione (che è «riservata», come specifica con una certa irritazione il segretario dell’associazione, il socialista Luigi Covolo, ex assessore alla Sanità veneta finito nei guai durante la stagione di Tangentopoli), parteciperanno tutti i 226 ex consiglieri che hanno diritto al vitalizio (a cui si aggiungono le 45 vedove che percepiscono la reversibilità), ma è certo che il dibattito sarà concitato perché tra gli invitati c’è anche l’attuale presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato che con la politica non ha ancora chiuso e deve fare i conti con il fatto che palazzo Ferro Fini ormai spende di più per le pensioni degli ex consiglieri (11,2 milioni di euro) che per le indennità degli attuali (9 milioni all’anno). «Capisco che ci saranno delle resistenze ma in un momento di difficoltà ciascuno è chiamato a fare la sua parte – puntualizza Ruffato -. Chi ha di più non può tirarsi indietro dal dare un contributo di solidarietà». «Non è colpa nostra se esistono i vitalizi – ribatte Aldo Bottin, ex presidente Dc della Regione e ora presidente degli ex consiglieri – Siamo comunque aperti a un’ipotesi di contributo di solidarietà, a patto che si tratti di un percorso condiviso. Ma ricordo che non si possono imporre tagli a un diritto costituzionale».
Alessio Antonini – Il Corriere del Veneto – 26 novembre 2014