L’applicazione utilizzerà i dati contenuti nell’estratto conto previdenziale e si baserà sugli scenari definiti dalla Ragioneria dello Stato. L’Inps sta sperimentando la “busta arancione” cioè il sistema di calcolo che consentirà ai lavoratori di ottenere una proiezione della loro pensione futura. Che non sarà inviata per posta, ma potrà essere ottenuta direttamente online. L’obiettivo è far partire il sistema l’anno prossimo, dopo 19 anni di annunci e attese.
Alcuni dettagli di questa fase di pre-lancio sono stati forniti ieri dal direttore regionale Inps dell’Emilia Romagna, Giuliano Quattrone in occasione del convegno «Previdenza in tour» organizzato dalla Cassa nazionale di previdenza dei commercialisti a Bologna. La sperimentazione di «Simula», questo il nome del progetto per il calcolo della pensione futura, coinvolge circa 10mila lavoratori che hanno già utilizzato il Pin personale per accedere ai servizi online disponibili sul sito dell’istituto di previdenza. Si tratta di individui con contributi versati interamente all’istituto di previdenza (non spezzettati quindi anche in altri enti), con una situazione definita e vicini alla pensione (come aveva già affermato il mese scorso il commissario dell’istituto di previdenza, Tiziano Treu).
Partendo dall’estratto conto previdenziale, visibile a tutti sul sito dell’Inps, la nuova applicazione fa un passo in più, elaborando una proiezione dei contributi che ancora mancano alla pensione e calcolando l’importo dell’assegno. Per gli anni a venire il sistema utilizza come scenario di riferimento quello “standard” adottato dalla Ragioneria generale dello Stato per effettuare ogni anno le previsioni a medio-lungo termine, ma dà la possibilità di intervenire su alcuni parametri, quali, per esempio, l’andamento della retribuzione.
Che la sperimentazione sia in corso, seppur con cautela, è confermato proprio da Treu: «Stiamo effettuando dei test per verificare se la macchina funziona. Il sistema però non può dirsi varato definitivamente, dovremo ancora fare alcuni incontri tecnici, anche con i patronati e il comitato di esperti, ma l’obiettivo è di essere pronti entro la fine dell’anno». Se tutto andrà per il verso giusto, la “busta arancione” potrebbe debuttare ufficialmente l’anno prossimo, previo via libera del ministro del Lavoro a cui spetta l’ultima parola.
Prevista dalla riforma delle pensioni del 1995, che ha introdotto il sistema contributivo, la “busta arancione” (dal colore del plico inviato ai cittadini svedesi, all’avanguardia da questo punto di vista) non è mai diventata realtà anche perché se da una parte consente al cittadino di acquisire maggiore consapevolezza della propria situazione previdenziale, conseguenze negative potrebbero essere determinate dalla diffusione di previsioni poco attendibili o dalla prospettiva di incassare un assegno inadeguato per garantirsi uno standard di vita analogo a quello tenuto durante gli anni di lavoro.
Tuttavia, proprio perché i percorsi lavorativi oggi sono diventati più incerti, è opportuno che questi strumenti di calcolo vengano messi a disposizione. Alcune realtà più piccole già lo fanno: si tratta, per esempio, di Inarcassa (l’ente di previdenza di ingegneri e architetti) e della Cassa di previdenza dei consulenti del lavoro. E proprio la “ricostruzione” della vita contributiva dei lavoratori che hanno versato a più enti previdenziali è l’ulteriore tassello che deve essere completato affinché la “busta arancione” diventi uno strumento universale e di effettiva utilità.
Il Sole 24 Ore – 28 novembre 2014