Un sorprendente aumento di topi sulle montagne del Nordest crea un allarme che valica i confini toccando Slovenia e Austria, ma la direzione sanitaria della Salute del Friuli Venezia Giulia tranquillizza: «Non c’è rischio sanitario se si rispettano le norme basilari di igiene»
Il fenomeno si sta verificando – spiegano i tecnici regionali – in seguito a una produzione particolarmente abbondante di seme pesante da parte del faggio e dell’abete rosso. Il fenomeno viene definito “pasciona forestale” e ha una frequenza variabile da zona a zona, ma per lo più approssimativamente in un ciclo decennale. Nella valle del Vajont ha creato parecchio allarme anche per la insolita moria di roditori che si è registrata tra fine giugno e metà luglio.
Tutto accade – secondo gli esperti – perchè a tarda estate-autunno alcuni roditori forestali ne approfittano e se il clima è abbastanza mite subiscono una mortalità autunnale e invernale molto ridotta. In primavera il loro numero diventa superiore alla media. Sia per il loro numero, sia per l’abbondanza di alimento, iniziano a riprodursi in massa innescando un aumento demografico improvviso che può sorprendere.
L’incremento dei topi attualmente in corso insiste sull’arco alpino Nord-orientale, da Tarvisio (Udine) fino a Pierabech, a Sud fino alle prime propaggini delle Prealpi Giulie (Venzone-Gemona), in provincia di Belluno, in Carinzia e in Slovenia. Alcuni articoli della stampa slovena hanno innescato apprensione poiché i topi vengono additati quali trasmettitori della cosiddetta febbre murina – scientificamente Hantavirosi – una malattia trasmessa da un virus che può provocare nell’uomo una febbre emorragica con sindrome renale.
La sua trasmissione all’uomo avviene inalando polveri contenenti particelle essiccate di escrementi, urine e saliva di roditori, quindi all’interno di soffitte, granai, fienili, ma non all’aperto. Il virus alberga non solo nei topi, ma anche in altri roditori come ghiri, scoiattoli, marmotte e altre specie, senza provocare la loro morte; l’attuale moria di topi è dovuta a cause naturali o al cosiddetto «surplus killing» da parte dei predatori che non riescono a consumare tutto quello che uccidono.
I topi sono costantemente campionati dal Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria Alto Friuli e inviati all’Istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova. Sulle carcasse si eseguono accertamenti di ordine istologico, batteriologico e virologico e vengono prelevati campioni per ulteriori analisi, che fino a oggi non hanno evidenziato lesioni riferibili a malattie infettive. Ulteriori analisi sono attualmente in corso oltre che allo Zooprofilattico delle Venezie, anche all’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
Quanto alle norme igieniche, viene raccomandato di non raccogliere le carcasse di topi senza guanti, lavarsi le mani dopo averle maneggiata; è importante sempre lavare molto bene la frutta e la verdura di orti, del bosco o dai campi, arieggiare bene soffitte e pulire con acqua e varechina, e non buttare esche avvelenate sul terreno.
Gazzettino – 26 luglio 2012