Guardare i loro “profili” sulla pagina web della Regione non aiuta. Alla voce “news”, “attività” o “eventi” vengono fuori file di comunicati vecchi, istituzionali e ben lungi dallo spiegare a un comune cittadino a cosa servono e cosa fanno le sedi “distaccate” della Regione Veneto.
Ce ne sono due, una è a Roma e l’altra a Bruxelles, e sono delle “ambasciate” nate per fare da ponte fra il territorio, l’Europa e il governo centrale per portare a casa fondi, finanziamenti e norme che tengano in considerazione le specificità della Regione. Per alcune voci dell’opposizione, tuttavia, sono sedi di rappresentanza di cui, risultati alla mano, si potrebbe anche fare a meno. Volendo essere meno drastici, sono succursali da tenere sotto controllo, valutare e soprattutto finanziare solo in base a quanto, concretamente, producono per il Veneto. «Dal programma comunitario Fesr 2007-2013, affidato alla sede di Bruxelles, non abbiamo ottenuto i contributi che volevamo – afferma la capogruppo del Pd Laura Puppato – L’Europa mette a disposizione diversi miliardi di euro, per stimolare la competitività regionale e l’occupazione, ma quello che abbiamo ottenuto non è soddisfacente: per ogni voce, le percentuali di finanziamento ottenute sono basse, difficilmente superano il 10% e la maggioranza se ne rende perfettamente conto». «Non ci servono sedi di proprietà lussuose per lucidare la nostra immagine – attacca Puppato – Ma soldi». E la segue a ruota il capogruppo di Verso Nord Diego Bottacin: «Le sedi di rappresentanza devono essere abolite, più rappresentanza abbiamo e meno contributi riusciamo a ottenere. Abbiamo internet, i temporary office, dobbiamo puntare alla produttività. Che bisogno c’è di sedi lussuose e macchinoni?» A proposito di “macchinoni”, però, ieri il presidente del Veneto Luca Zaia ha fatto sapere che, proprio nella sede di Roma, sono stati tagliati autista e auto blu, oltre al 50% delle spese complessive per il suo funzionamento. Il governatore ha ribadito l’importanza di queste strutture, definendole “strategiche” per ottenere finanziamenti. «Senza la sede di Bruxelles – ha affermato – non avremmo mai ottenuto i 25 milioni di euro per l’emergenza alluvione e terremoto». La sede di Roma, ristrutturata e acquistata nel 2008 per 9 milioni, avrebbe invece un ruolo importante per il coordinamento tra le Regioni in materia di sanità. «È una struttura indispensabile perché suppletiva a quella del Ministero», dice Zaia. Più difficile capirne l’attività semplicemente accedendo al sito internet, dove gli unici due comunicati del 2012 parlano di cinema. Nel 2011, il mantenimento di queste due sedi è costato alla Regione circa un milione 280 mila euro. Va però rilevato che la sede di Bruxelles, acquistata nel 2005 per tre milioni di euro, ospita le rappresentanze di enti pubblici ed economici veneti, incassando oltre 50 mila euro per l’affitto dei locali che vanno quindi defalcati dai costi complessivi. Nella sede belga lavorano otto dipendenti, così come Roma. Alla Regione, il personale fuori Veneto costa rispettivamente 737 e 377 mila euro all’anno, il resto della spesa, escluso l’acquisto degli immobili, viene assorbito dalle spese di manutenzione. Ieri, Zaia ha infine fatto chiarezza sui 61 sportelli esteri, “antenne” della Regione Veneto ma non vere e proprie sedi, di cui si sente spesso parlare in tema di “sprechi”: «Questi “sportelli” – ha detto il governatore – non sono altro che semplici punti di appoggio negli uffici delle Camere di Commercio per le nostre imprese che vanno a in Europa a fare affari. All’anno, ci costano 37 mila euro».
7 ottobre – Il Mattino di Padova