In Regione manovra per trovare altri 140 milioni. E Padrin attacca la giunta: «In ritardo sulle schede ospedaliere»
L’extrema ratio è l’addizionale Irpef. Ma in Regione solo a sentirla nominare viene l’urticaria a tutti. La nuova scure da un miliardo e mezzo sulla sanità colpisce il Veneto giusto alla vigilia del passaggio più delicato della legislatura: l’approvazione delle schede di programmazione ospedaliera la cui discussione entra nel vivo la settimana prossima. Il taglio al fondo sanitario del Veneto nel 2013 sarà di ulteriori 140 milioni di euro, cui vanno aggiunte le due precedenti manovre, che già avevano tagliato altri 250 milioni. A conti fatti e al lordo di eventuali aggiustamenti, la sanità veneta deve risparmiare sul 2013 circa quattrocento milioni di euro. Non proprio un’impresa semplice, di questi tempi, anche se le indicazioni del nuovo piano regionale sanitario consentono di lavorare molto sui costi fissi (sostituzione di posti letto e costi di struttura). L’assessore Luca Coletto, in questi giorni, sta riservatamente incontrando tutti gli attori principali:direttori generali e politici, soprattutto dell’area veronese e veneziana. Da rivedere i contratti con i fornitori, il blocco dei primariati e delle altre figure apicali, il taglio delle prestazioni extra orario. Solo così si riusciranno a recuperare risorse. A mettere sale sulle ferite ci ha pensato ieri la commissione regionale sanità, che ha sollecitato la giunta a tirare fuori le schede e a portarle in consiglio al più presto. «Il termine previsto dal nuovo piano socio sanitario è ormai scaduto l’8 ottobre scorso – rileva il presidente della commissione Leonardo Padrin – Entro tale data, infatti, la Giunta avrebbe dovuto presentare al Consiglio il piano analitico di riorganizzazione di aziende sanitarie, reparti, servizi, posti letto, distretti e strutture intermedie, secondo le linee guida della legge di programmazione sanitaria promulgata il 29 giugno scorso. Invito la Giunta a mantenere fede agli impegni assunti, in modo che le schede, che rappresentano il vero cuore del piano sociosanitario, possano essere valutate con attenzione dalla commissione e approvate entro la fine dell’anno, così come prevede la legge». Per la commissione Sanità il richiamo al rispetto della tempistica è «strettamente connesso» al rinnovo dei direttori generali delle Ulss. La commissione Sanità ha approvato inoltre una serie di provvedimenti raccolti in un testo «omnibus». Il provvedimento, dopo il rinvio subìto nei primi giorni di ottobre, è pronto per tornare in aula mercoledì prossimo. Nella nuova versione il testo contiene disposizioni che vincolano i proventi delle sanzioni degli Spisal a progetti fornativi per gli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza del lavoro; regola provenienza e organico del personale dell’Agenzia sociosanitaria; interviene sulla contabilità delle Ipab per renderne i bilanci più trasparenti; azzera i tempi di tumulazione nelle chiese nei casi di sepoltura di personalità importanti e significative per la comunità locale; aggiorna le norme di attivazione e funzionamento del Servizio ispettivo regionale; chiarisce le scadenze temporali previste per l’applicazione del nuovo piano sociosanitario; limita l’impatto della ‘spending review’ per i Ceod e le comunità residenziali.
Il Mattino di Padova – 15 ottobre 2012