Prevista la mozione per indire un referendum per staccarsi dall’Italia e il presidente invece sarà impegnato in Spagna
VENEZIA – L’hanno saputo per caso. Perché il presidente del consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato non l’aveva detto a nessuno. Di sicuro non al suo capogruppo Dario Bond che ha appreso la notizia da un comunicato stampa del democratico Lucio Tiozzo. E già questo basterebbe.
Ma c’è anche la sostanza: domani c’è il consiglio straordinario sull’indipendenza del Veneto, con tanto di mozione che chiede di indire un referendum per staccarsi dall’Italia, e Ruffato che fa? Ruffato non ci sarà. Anziché presiedere i lavori a palazzo Ferro Fini, Ruffato sarà a Mérida, Spagna, a rappresentare quale vicecoordinatore vicario la Conferenza delle Assemblee legislative italiane all’Assemblea plenaria delle Regioni europee.
«Impegno – specifica Ruffato – precedentemente assunto». Ma, evidentemente, non comunicato ai colleghi. Con il risultato che a presiedere il consiglio sul tema “La Regione del Veneto tra neo-centralismo, federalismo, autonomia ed indipendenza” sarà il vicepresidente vicario Matteo Toscani (che è della Lega e che con i colleghi Conte e Finco è andato recentemente a Barcellona per avviare una collaborazione con i catalani, notoriamente indipendentisti) oppure l’altro vicepresidente Franco Bonfante (che è del Pd e, come tutti i suoi colleghi democratici, eccetto Stefano Fracasso, non ha firmato per la convocazione del consiglio straordinario di domani).
È così che Lucio Tiozzo, vicecapogruppo del Pd, a metà pomeriggio solleva il problema: «L’assenza di Ruffato costituisce un problema perché viene a mancare un elemento di garanzia in questo delicato appuntamento. Trattandosi di questioni che rischiano di far scivolare il Consiglio su un terreno di incostituzionalità e contrario allo stesso Statuto regionale, è necessario che la seduta sia diretta dalla massima figura istituzionale». Ruffato, a stretto giro, conferma che domani non ci sarà, ma assicura: «I due vicepresidenti e i colleghi tutti dell’Ufficio di presidenza offrono la stessa garanzia del sottoscritto nella conduzione del consiglio e sapranno quindi dirigere al meglio anche questo delicato appuntamento». Peccato che a Bond non basti: «Mi dispiace ma stavolta non sono d’accordo – dice il capogruppo del Pdl – È vero che i due vicepresidenti sono persone perbene e rispettabilissime, ma sono convinto che un tema come quello dell’indipendenza del Veneto debba essere affrontato ai massimi livelli. È una questione di rappresentanza e di ruolo. Quando abbiamo individuato la data del consiglio – dice Bond rivolgendosi direttamente a Ruffato – tu stesso ti sei fatto portavoce con forza dell’istanza». Segue invito che sa di monito: «Ti invito a presiedere il consiglio perché il Veneto e la nostra storia lo meritano». Tra parentesi: anche oggi pomeriggio si riunirà il consiglio e Ruffato ci sarà. Volendo (e sapendo), non si poteva anticipare l’indipendenza?
Corriere del Veneto – 27 novembre 2012