C’è la corsa in farmacia per comprarsi le cure per il Covid e l’influenza in questi mesi di picco dei due virus. Ma pesano anche le materie prime sempre più difficili da trovare a partire dai principi attivi che arrivano soprattutto da Cina, alle prese con un boom di contagi. Senza scordarsi degli effetti della guerra sui trasporti e il caro energia. Ecco il micidiale mix di cause alla base del crescente allarme sulla carenza dei farmaci su cui il ministro della Salute Orazio Schillaci ha deciso di fare luce aprendo un tavolo urgente. Con il rischio però che ora la carenza dei farmaci possa aggravarsi per il pericoloso fenomeno dell’accaparramento: la gente preoccupata di non trovare i medicinali potrebbe correre in farmacia a farne incetta autoalimentando così la carenza.
I?farmacisti per primi a lanciare allarme carenza
A lanciare ripetutamente l’allarme negli ultimi mesi sono stati i farmacisti che hanno parlato più volte di «tempesta perfetta»:?«Con la guerra in Ucraina ancora in corso e i conseguenti problemi produttivi legati alla crisi energetica e alla scarsità di materiali per il packaging, come vetro e alluminio, il picco della stagione influenzale e l’onda lunga del Covid che sta interessando anche i Paesi asiatici produttori di principi attivi come la Cina e l’India – ha spiegato il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli – la situazione stenta a tornare alla normalità. Mi preme, tuttavia, sottolineare che i cittadini non vengono mai lasciati soli: i farmacisti restano un punto di riferimento insostituibile per informare e orientare i pazienti, anche suggerendo l’utilizzo di farmaci equivalenti e alternative della stessa classe terapeutica e, laddove possibile, allestendo i medicinali nei laboratori galenici di cui molte farmacie sono dotate». A confermare l’allarme è Antonello Mirone, il presidente di Federfarma Servizi, che rappresenta la distribuzione intermedia del farmaco:?«La situazione è ormai diventata insostenibile. Vorremmo conoscere la ragione vera del problema, per dare risposte omogenee ai cittadini. Perché i fenomeni di carenza di farmaci che vediamo ora non li abbiamo visti neppure in piena emergenza Covid».
Attualmente, secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenzia Italiana del Farmaco aggiornato al 10 gennaio sono 3.200 i medicinali che scarseggiano nelle farmacie di tutta Italia, tra cui antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l’aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici. Scorrendo la lista pubblicata dall’Aifa che segnala anche la motivazione della carenza emergono tra le principali cause oltre alla «cessata commercializzazione» sia «temporanea» che «definitiva» anche altre due motivazioni molto frequenti e cioè «l’elevata richiesta» e i «problemi produttivi». In particolare l’elevata richiesta riguarda proprio alcuni farmaci più utilizzati in questa stagione proprio per la cura del Covid e dell’influenza, mentre i problemi produttivi potrebbero nascondere proprio la difficoltà a reperire le materie prime come i principi attivi, ma anche quelle necessarie per il packaging come scatole e blister. Comunque come ricorda anche il presidente di Farmindustria Marcello Cattani «delle 3.200 carenze il 50% sono farmaci sostituibili da altri farmaci. Quindi, di fatto è una carenza teorica».
A preoccupare c’è il fatto che «tra i farmaci che i pazienti hanno più difficoltà a trovare ci sono comuni antinfiammatori come Brufen, Nurofen e Moment, mucolitici come Fluimucil, antifebbrili come la Tachipirina», spiega Silvestro Scotti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), che ricorda come in questo periodo ci sia «un macro utilizzo di alcuni farmaci, per la contemporaneità di forme virali da affrontare con antinfiammatori per dolori muscolari, considerando che abbiamo un’influenza che quest’anno ha fatto un 20% di contagi in più dell’anno passato e che gira in contemporanea al Covid, per il quale si usano gli stessi farmaci sintomatici». Poi per la carenza di alcuni antibiotici, «tipo quelli a base di cefalosporine come Cefixoral – aggiunge Scotti – c’è un problema di approvvigionamento di principi attivi dalla Cina, paese ora in grande difficoltà per via del Covid». «C’è un trend che è aumentato rispetto ad un anno fa, con circa 500 stabili carenze complessive in più – aggiunge Cattani, presidente di Farmindustria -, ma sono concentrate in alcune categorie: farmaci antidepressivi, antipertensivi, antibiotici, antinfiammatori, diuretici e neurolettici. Principalmente sono queste le categorie di farmaci interessate da stati di carenza».
Rischio accaparramento con la corsa a fare scorte
Ma dietro il fenomeno della carenza potrebbe esserci anche un problema forse anche più insidioso:?quello dell’accaparramento e di forme di speculazione.?«ll Covid e l’influenza prevedono la stessa terapia e questo desta preoccupazione da parte dei cittadini che vogliono farsi trovare pronti: un’ansia terapeutica che spinge a voler riempire l’armadietto di casa», avverte Roberto Tobia, Segretario nazionale di Federfarma. «È importante che i cittadini non facciano corse all’accaparramento di scorte», aggiunge Mandelli che sottolinea come va spiegato «agli italiani che bisogna fidarsi del farmacista, che saprà dare alternative adatte al farmaco mancante. E soprattutto bisogna evitare di fare scorte accaparrando farmaci da tenere in casa, togliendoli così a chi in questo momento ne ha bisogno. Serve una collaborazione virtuosa». Scotti della Fimmg evoca anche «forme di speculazione, simili a quelle viste sui carburanti. Molti dei farmaci carenti, infatti, sono prescrivibili e hanno un prezzo concordato con il Servizio sanitario nazionale ma hanno gli stessi principi attivi di farmaci da banco, venduti senza ricetta e con prezzi determinati da domanda e offerta. Questo dà adito a possibili fenomeni speculativi».
«Nessuna criticità per salvavita o forniture ospedaliere»
«Le difficoltà di approvvigionamento dei medicinali da parte delle farmacie per svariati motivi – dalla guerra in Ucraina al lockdown in Cina per il Covid – non mette a rischio la disponibilità di farmaci salvavita o le forniture ospedaliere», assicura Marcello Pani, direttore della farmacia ospedaliera del Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e segretario nazionale della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie. «Il problema della carenza dei farmaci non è nuovo ma – spiega – non riscontriamo criticità diverse rispetto al passato. In più c’è un sistema di allerta e di prevenzione sui farmaci ospedalieri: uno da parte di Aifa, con un monitoraggio costante che permette di intervenire prontamente per sopperire alle carenze – eventualmente con acquisti dall’estero o con farmaci alternativi – e uno da parte di Sifo – con il portale ‘DruGhost’ – che, mediante un database nazionale, permette di mappare le indisponibilità dei farmaci e di chiedere conto alle aziende farmaceutiche sul perché di eventuali ritardi nelle consegne agli ospedali»
Il ministro Schillaci apre tavolo urgente per fare verifiche
«Un tavolo di lavoro permanente sull’approvigionamento dei farmaci, per definire la reale entità del fenomeno e indicare proposte risolutive»: questa l’iniziativa annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci dopo il reiterato allarme sulla carenza lanciato dai farmacisti. Dopo un primo incontro il tavolo che riunisce tutti gli attori della filiera del farmaco – dai produttori ai distributori fino all’Agenzia italiana del farmaco – si rivedrà mercoledì 18 gennaio. Gli obiettivi sono diversi:?si va dall’individuazione dei farmaci che registrano una reale carenza agli interventi di risposta a breve e medio termine per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini fino alla definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto. Il tavolo, istituito con decreto ministeriale, sarà allargato anche ai Nas e ai medici di famiglia.