Il direttore del Parco: «Non possiamo più permetterci di intervenire quando la gente è esasperata». La presenza dei lupi non preoccupa, e in primavera si potrebbe avere anche una prima cucciolata
Vivono insieme da otto mesi il lupo sloveno Slavc e la sua compagna di origine italica incontrata in Lessinia. «È un legame che si fortificherà, come è avvenuto nel Calanda, regione del Cantone dei Grigioni in Svizzera dove lo scorso settembre si è avuta la prova certa, fotografica, della prima nascita da una coppia di lupi italici, la femmina F07 e il maschio M30 che l´anno prima erano stati visti nel Vallese». Lo riferisce Alessandro Brugnoli, direttore tecnico dell´Associazione cacciatori trentini che segue la vicenda di Slavc in collegamento con l´università di Lubiana dal momento dell´ingresso di questo lupo nel nostro paese. «L´inverno è una situazione molto favorevole per il monitoraggio, perché sulla neve restano le tracce dei passaggi, e anche se dei lupi vivono permanentemente in una zona, è raro avvistarli. Per questo motivo sono importanti le prove indirette come le tracce, la raccolta di materiale organico, l´analisi dei resti di animali predati, oltre a prove dirette come fototrappole o fotografie di escursionisti che casualmente hanno la fortuna di incontrarli». «Ma l´inverno è anche un periodo importante per i lupi», sottolinea Brugnoli, «perché segna la stagione degli amori, con gli accoppiamenti che solitamente avvengono fra gennaio e febbraio e le nascite dopo 55-57 giorni di gestazione, cioè fra aprile e maggio», aggiunge. «È un evento che non pare impossibile, vista la solidità della nostra coppia, ma al quale dobbiamo prepararci con un´informazione attenta, puntuale e trasparente. È stato superato bene il test dell´estate con migliaia di turisti in ogni angolo della Lessinia e oltre 5mila bovini in alpeggio: gli episodi di predazione sono stati minimi e la situazione appare perfettamente sostenibile. Adesso è questione di cultura e di accettazione di una presenza che porterà solo del bene alla Lessinia e all´ambiente», assicura.
È una questione che sta a cuore anche al direttore del Parco naturale della Lessinia, Diego Lonardoni, che ha accolto con soddisfazione la notizia della conferma genetica della presenza dei lupi: «Condivido la gioia con tutti quanti lavorano nel settore della conservazione e frequentano la Lessinia e sono grato ai colleghi trentini per la collaborazione dimostrata in questa e altre occasioni. Questo è un dato tranquillo», aggiunge, «mentre la mia vera e seria preoccupazione, in questo momento, è la risposta che si deve dare non alla presenza del lupo ma dei cinghiali. Ribadisco che non possiamo più permetterci di intervenire quando la gente è esasperata e quando i problemi sono talmente enormi da rischiare di esserne travolti», conclude
L’Arena – 26 novembre 2012