In Italia si contano circa 1,3 milioni di adulti e 600 mila bambini affetti da almeno un’allergia alimentare, per un totale di quasi il 10% della popolazione. Gli alimenti sotto accusa sono, per i più piccoli, principalmente latte e uova, mentre per gli adulti le allergie più frequenti sono dovute a crostacei, pesce, soia e frutta con guscio.
Di intolleranze e allergie alimentari si è discusso durante il Congresso Nazionale “L’uomo e il cibo: delizia e croce”, organizzato dalla SIAAIC (Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica), Sezione Regionale Umbria-Marche, e dalla Unità Operativa Complessa di Allergologia di Civitanova Marche, e tenutosi a Loreto (Ancona): “Durante i primi anni di vita le allergie più comuni sono al latte e alle uova – spiega Giorgio Canonica, presidente SIAAIC e direttore della Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia dell’Università di Genova – ma non occorre preoccuparsi perché generalmente si superano con l’avanzare del tempo. Per quanto riguarda gli adulti, frutta a guscio e pesce sono gli alimenti più pericolosi”.
Se la percentuale di italiani allergici a un alimento si attesta intorno all’8-10% della popolazione, la percezione delle intolleranze alimentari arriva a toccare quota 40%. Ma che differenza c’è tra intolleranza e allergia alimentare? Sebbene siano due termini spesso utilizzati come sinonimi, “intolleranza” e “allergia” indicano in realtà due cose molto diverse. Pur essendo entrambe espressioni di “sensibilità al cibo”, nel caso dell’allergia è il sistema immunitario a reagire a una certa sostanza, riconosciuta come “estranea”, causando sintomi immediati come prurito, eruzioni cutanee e gonfiore che possono arrivare anche ad essere molto gravi e mettere in pericolo di vita (come accade, ad esempio, nel caso dello shock anafilattico). Nel caso dell’intolleranza alimentare, invece, la reazione al cibo avverso non è provocata dal sistema immunitario. Esistono diverse tipologie di intolleranze alimentari: quelle enzimatiche, ad esempio, sono determinate dall’incapacità, per difetti congeniti, di metabolizzare alcune sostanze presenti nell’organismo (l’intolleranza enzimatica più frequente è quella al lattosio; la forma più comune di intolleranza al grano è la celiachia; un altro esempio di intolleranza dovuta alla carenza di un enzima è il favismo).
Salute24 – 20 maggio 2014