Mangiano la coppa, almeno due morti nelle Marche, a Macerata ed Ancona, per la Listeria. L’Agenzia Regionale Sanitaria, i dipartimenti di prevenzione dell’Asur e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Umbria-Marche e Abruzzo-Molise stanno ricercando le cause dei casi di Listeriosi umana che sono stati registrati – nelle province di Pesaro e Urbino, Ancona e Macerata – dai sistemi di sorveglianza delle malattie infettive, a partire da maggio 2015.
Le indagini hanno permesso di evidenziare che l’aumento dei casi è stato causato da uno specifico ceppo di Listeria isolato, sino a oggi, in 13 pazienti, che hanno un’età media di 72 anni, 12 dei quali erano affetti da patologie o condizioni debilitanti o erano in terapia con farmaci che riducono la risposta immunitaria. Tra questi pazienti già debilitati si sono registrati, nei mesi scorsi, due decessi. Le indagini epidemiologiche e microbiologiche sin qui effettuate hanno indicato, per uno dei casi umani, come verosimile fonte dell’infezione, un alimento a base di carne, denominato coppa di testa, la cui produzione e distribuzione è stata subito bloccata in via precauzionale.
La Listeria è un batterio molto diffuso, tollerato negli alimenti entro i limiti previsti dalle norme europee, e la ricerca dell’alimento contaminato causa della malattia può essere complessa perché il tempo di insorgenza dei sintomi, nelle forme diffuse, può arrivare a 70–90 giorni dall’assunzione del cibo contaminato. La maggior parte dei soggetti adulti in buona salute, dopo il consumo di alimenti contaminati da Listeria, non presenta comunque alcun sintomo, oppure può manifestare sintomi simil influenzali o gastroenteriti. Il rischio di sviluppare una malattia grave (in particolare sepsi e meningiti) è più elevato solo per anziani e per persone affette da altre patologie che determinano la diminuzione delle difese immunitarie, o per uso di farmaci immunosoppressori. Nella donna in gravidanza l’infezione può causare aborto o sepsi neonatale.
Le due vittime, di 77 e 78 anni, erano affetti da patologie croniche. Sono morti nel mese di agosto nelle province di Ancona e Macerata dopo aver contratto un’infezione da Listeria. Le procedure per rintracciare l’alimento contaminato che funge da veicolo dell’infezione se manipolato in modo non corretto, si sono estese a tutte le filiere alimentari della tipologia di prodotti abitualmente consumati dai due anziani morti. Mesi dopo, a fine gennaio, dunque senza poter stabilire alcun legame diretto con i due decessi, è stato individuato un alimento a base di carne, una coppa di testa con il medesimo ceppo di Listeria tipizzato. A scopo precauzionale, spiega il dottor Alberto Tibaldi, dirigente della Veterinaria e Sicurezza alimentare dell’Agenzia sanitaria regionale delle Marche, «tutte le linee di produzione della coppa di testa sono state bloccate il 2 febbraio, così come la commercializzazione del prodotto».
Ma, osserva Tibaldi, «non bisogna creare allarmismi o demonizzare questo tipo di alimenti», tanto più che gli accertamenti sono nella fase iniziale. «La maggior parte dei soggetti adulti in buona salute dopo il consumo di alimenti contaminati da Listeria, non presenta alcun sintomo – aggiunge il dottor Giuliano Tagliavento, dirigente della Promozione e Prevenzione salute dell’Agenzia sanitaria -, o manifesta sintomi simili a quelli influenzali o gastroenteriti. Il rischio di sviluppare una malattia grave (sepsi e meningiti) è elevato solo nelle persone affette da altre patologie, che determinano la diminuzione delle difese immunitarie. Nelle donne in gravidanza l’infezione può causare aborti o sepsi neonatali».
Il ministero della Salute ha pubblicato questo avviso sul suo sito istituzionale: «In relazione a casi di Listeriosi umana avvenuti nelle Regioni Marche e Umbria, causati dallo stesso ceppo di Listeria Monocytogenes riscontrata su un successivo campione di alimento sospetto, si avvisano i consumatori che il prodotto denominato Coppa di Testa, lotto n. 51209 con scadenza 09/01/2016, della ditta Salumificio Monsano srl sito in via Toscana n.27, Monsano (AN) (CE IT 1523 L) è risultato contaminato. Le Autorità competenti della Regione Marche, dopo un sopralluogo effettuato presso la ditta Salumificio Monsano srl, hanno sospeso l’attività produttiva dello stabilimento e la vendita di tutte le tipologie di alimenti, in quanto Listeria monocytogenes è un germe che contamina l’ambiente e, pertanto, anche gli altri prodotti dello stesso stabilimento potrebbero essere a rischio. A scopo precauzionale, si avvisano i consumatori di non consumare tutte le tipologie di prodotti della ditta Salumificio Monsano srl di Monsano (AN) (CE IT 1523 L), via Toscana n. 27 eventualmente in loro possesso».
Allerta alimentare del Ministero per la Listeria nella Coppa di testa (galantina), due morti. Scatta il ritiro dei prodotti. Tutte le regole da seguire
Roberto La Pira. Il Ministero della salute venerdì 5 febbraio ha diramato un comunicato che invita i cittadini a non consumare tutti prodotti del Salumificio Monsano situato in via Toscana n. 27 a Monsano (AN). Il provvedimento è stato deciso in relazione a diversi casi di contaminazione da Listeria registrati negli ultimi mesi nelle regioni Marche e Umbria che hanno causato negli ultimi otto mesi la morte di 13 persone (erano otto nel 2014). Il collegamento tra le due vicende è che il ceppo di Listeria monocytogenes riscontrato nei salumi è lo stesso che ha causato la morte nel mese di agosto nelle province di Ancona e Macerata di due persone di 77 e 78 anni. Ci sono quindi molte probabilità che il focolaio di Listeria sia localizzato nel salumificio. Da qui il provvedimento deciso dal Ministero. Per capire bene di cosa si tratta va detto che la Listeria è un microorganismo molto diffuso nell’ambiente che ha la caratteristica di sopravvivere alle temperature del frigorifero.
La presenza nel cibo è tollerata entro precisi limiti dalle norme europee. Quando si superano i livelli di soglia scatta l’allerta e il prodotto viene ritirato dal mercato, perché le persone immunodepresse, anziane o in cura con farmaci immunosoppressori rischiano seriamente di ammalarsi. Nella donna in gravidanza l’infezione può causare aborto o sepsi neonatale. Non così è per gli adulti in buona salute, che dopo il consumo di alimenti contaminati, non presentano sintomi, oppure avvertono problemi simil influenzali o gastroenteriti. Le contaminazioni da Listeria sono molto diffuse in Italia e anche in Europa, dove ogni settimana si registrano ritiri di prodotti dal mercato (due i casi registrati questa settimana, il primo in Inghilterra e il secondo il Germania). Da noi le campagne di richiamo sono poche e quando scattano non sempre vengono date notizie precise ai consumatori. Lo stesso Ministero raramente diffonde le notizie dei prodotti implicati. La questione non è da sottovalutare. I microbiologi da noi inerpellati ricordano epidemie molto serie da Listeria come quella scoppiata in Canada nel 2011 provocata da insaccati di un salumificio locale che ha provocato 30 morti.
La criticità della situazione è che di fronte a due decessi provocati dalla Listeria, ci sono voluti sei mesi per fare un collegamento tra il ceppo individuato nella Coppa di testa del salumificio Monsano e il ceppo che ha provocato la morte delle due persone! Le autorità sanitarie dopo un caso di listeriosi dovrebbero avviare subito un’indagine per individuare la causa, come avviene per altre patologie di questo tipo. L’indagine epidemiologica o è stata carente o non c’è stata. Le autorità sanitarie tendono a non demonizzare l’episodio, ma la Listeria è uno dei batteri patogeni più pericolosi. Per rendersi conto basta dire che quando si riscontra una positività scatta immediatamente l’allerta, seguita dal richiamo dei prodotti e dal ritiro dagli scaffali dei punti vendita. In questi casi è buona abitudine avvisare i clienti mettendo degli avvisi sul sito come ha fatto il salumificio Monsano (che oggi ha aggiornato la lista dei lotti di Coppa di testa sotto accusa (al lotto n° 51209 con scadenza 09/01/2016 segnalato dal ministero ha aggiunto i lotti: n°60111 con scadenza 11/02/2016; n°60112 con scadenza 12/02/2016; n°60118 con scadenza 18/02/2015 ; n° 60126 con scadenza 26/02=2016).
La listeriosi è un’infezione che si trasmette prevalentemente per via alimentare e può avere effetti gravi nell’uomo. Il germe (Listeria monocytogenes),è un batterio largamente diffuso nell’ambiente, nel terreno e nelle acque di superficie, che tollera gli ambienti salati e le basse temperature (+2/+4°C). Alcune categorie di persone sono più a rischio di contrarre la malattia se il sistema immunitario indebolito: anziani, neonati, donne in gravudanza, soggetti con altre malattie in corso che compromettono il sistema immunitario. Tuttavia anche i soggetti non considerati a rischio possono contrarre l’infezione e in qualche caso manifestare la malattia nella forma gastrointestinale.
I casi di Listeriosi nell’Unione europea sono stati 2161 nel2014 registrando un +16% rispetto all’anno precedente. Anche se la cifra è relativamente bassa, l’aumento dei casi riferiti di listeriosi è preoccupante, poiché la sorveglianza riguarda le forme gravi con tassi di mortalità più elevati rispetto ad altre tossinfezioni alimentari (Fonte Infezioni da Campylobacter e Listeria ancora in aumento nell’UE, EFSA ed ECDC).
Il veicolo principale di infezione nell’uomo è il consumo di alimenti pronti al consumo (dall’inglese: RTE “ready-to-eat”) e di cibo crudo. Il batterio della Listeria si trova più comunemente sulla crosta di formaggi freschi molli, o in formaggi a base di latte crudo, salmone affumicato, carni fresche non stagionate, salumi, ma anche nei vegetali crudi. La cottura dei cibi uccide il germe, la refrigerazione in frigorifero no. Una persona affetta da listeriosi può manifestare i segni di una sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre e dolori muscolari, a volte preceduti da diarrea o altri sintomi gastro-intestinali. Nel caso di pazienti immuno-compromessi la malattia può evolvere in modo molto più grave con setticemia e meningite. Nelle donne in gravidanza la malattia può evolvere con complicanze anche gravi per la gestazione. I primi sintomi si possono rilevare anche a distanza di 70-90 giorni dall’assunzione di cibo contaminato.
La scheda sulla Listeria è le indicazioni sulla prevenzione sono tratte dal sito della Regione Marche.
Il Mattino e il Fatto Alimentare – 7 febbraio 2016