L’ALLERTA DIOSSINA. Le anticipazioni del sottosegretario Martini sulla riunione di martedì al ministero: potrebbe essere emessa un’ordinanza. E potrebbe esserne vietato anche il consumo alimentare se Veneto e Lombardia non avranno istanze contrarie
È confermata l’allerta sanitaria per le anguille contaminate da diossino-simili pescate nel lago di Garda. Per le quali, con ogni probabilità, il Ministero della Salute da martedì vieterà la pesca e il consumo con una apposita ordinanza.
A darne notizia a L’Arena è il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini: l’esponente veronese del Carroccio ha già convocato, per martedì al Ministero, una riunione con i rappresentanti delle Regioni Veneto, Lombardia, della Provincia Autonoma di Trento, dell’istituto zooprofilattico di Brescia e di quello dell’Abruzzo-Molise.
Quest’ultimo è infatti «il centro di riferimento per la ricerca e l’esperienza su diossina e Pcb, i cosiddetti policlorobifenili», come confermano da Roma.
L’onorevole della Lega Nord era stata delegata dal mi! nistro Ferruccio Fazio a gestire «lo stato di allerta, non di allarme», come lei stessa precisa, relativo al «programma di controllo sicurezza del pescato del lago di Garda».
In pratica, dai prelievi fatti a campione nelle dieci stazioni dislocate sulle tre sponde, viene confermato quanto anticipato a febbraio: che almeno una parte delle anguille del più grande lago italiano risultano contaminate da Pcb, cioè da diossino-simili.
Dopo questa conferma appare quindi scontato che il Ministero, assieme alle Regioni Lombardia, Veneto e con le Province di Brescia e Verona da cui era stato sollevato il problema attraverso controlli eseguiti dall’Ulss 22, e con quella autonoma di Trento, proporrà un’ordinanza che era già allo studio da diverse settimane.
E, se le Regioni non avranno istanze contrarie, con ogni probabilità saranno temporaneamente interdette la pesca e il consumo alimentare ma solo per questi pesci.
«Pri! ma di prendere decisioni o emanare ordinanze sulla pesca»! , ha ribadito il sottosegretario, «abbiamo voluto la conferma scientifica dei dati sui campionamenti: martedì decideremo definitivamente cosa fare». Il problema era esploso come una bomba mesi fa, quando alcune anguille prelevate a Brenzone, Garda e Peschiera erano risultate avere valori di Pcb più diossina superiori al livello massimo consentito. Addirittura il campione di Brenzone era quasi quattro volte sopra la norma, e le sostanze tossiche erano state ritrovate in questa specie ittica per la notevole componente grassa che ne caratterizza il corpo.
O almeno così era stato ipotizzato dagli esperti, dato che ancora non è chiaro se i Pcb e la diossina siano state rinvenute per una contaminazione dei fondali del Garda o se, invece, i pesci fossero alterati già al momento della immissione nel lago, visto che le anguille, per la maggior parte, vengono importate. Il monitoraggio che era stato deciso in una riunione tecnica a Venezia in fe! bbraio, peraltro, aveva stabilito di effettuare non solo controlli sui pesci, che erano poi, oltre alle anguille, anche l’agone, il coregone, il luccio, il persico e la tinca, ma anche analisi sulla qualità delle acque e sui sedimi.
«Confermo che, oltre alla fauna ittica, sono state fatte analisi e ricerche relativamente ai pesticidi organo-clorurati, ai metalli pesanti e alle acque», ha detto ancora il sottosegretario Martini, «ma, in questo momento, al ministero non abbiamo gli esiti».
Sui pesci, però, a Roma hanno invece diverse cose da dire e idee chiare. «Il ritardo con cui si stanno ultimando i referti dei prelievi», ha proseguito la Martini, «sono dovuti alle difficoltà di campionare 102 pesci su tutte e tre le sponde: non è stata certo inerzia da parte nostra nè delle Regioni o di altri».
Da quello che trapela dai corridoi romani, insomma, l’ordinanza di «blocco temporaneo della pesca e! del consumo delle anguille» sarebbe già pronta.
«La! pesca e l’economia del Garda mi stanno molto a cuore», ha precisato il sottosegretario, «e per questo adotteremo provvedimenti temporanei rivolti anzitutto a tutelare la salute dei cittadini e degli ospiti del Garda, oltre che l’economia e il turismo».
Larena.it – 13 maggio 2011