Con idee un po’ confuse, forse, ma almeno i consiglieri regionali non si arrendono allo stop al nuovo ospedale. Nelle ultime 48 ore a Palazzo Ferro Fini sono state depositate due mozioni che esortano il governatore Luca Zaia ad andare avanti con il programma già tracciato — il project financing per un polo da 650 milioni di euro e un migliaio di letti a Padova ovest —, nonostante l’opposizione del sindaco Massimo Bitonci.
Il quale persegue l’idea di costruirlo nell’attuale sede di via Giustiniani e per oggi ha riconvocato la commissione tecnica guidata dal professor Giorgio Palù e dall’ex dg dell’Azienda ospedaliera Adriano Cestrone. Proprio il manager è finito nel mirino della Regione, che sta valutando un’azione di risarcimento nei confronti di Cestrone, dal 2006 sottoscrittore di una serie di atti a sostegno del piano «nuovo su nuovo» a Padova ovest e ora sostenitore del progetto Bitonci.
Tornando alle mozioni, sono due. C’è quella «trasversale» che vede primo firmatario il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e l’appoggio di FI (Leonardo Padrin), Ncd (Piergiorgio Cortelazzo e Marino Zorzato), Pd (Claudio Sinigaglia, Piero Ruzzante e Mauro Bortoli) e gruppo misto (Santino Bozza). Uniti nel chiedere alla giunta Zaia «di adottare con urgenza gli atti necessari ad arrivare alla realizzazione di una nuova struttura in un sito diverso dall’attuale sede». Ma non ne indica un’altra, nemmeno Padova ovest, poichè, argomentano i promotori, «si è evidenziata l’impossibilità di scegliere, in via definitiva, l’ubicazione tra le proposte che erano sul tavolo». La seconda mozione è quella del Pd, che sempre con Sinigaglia, Ruzzante e Bortoli, oltre che con gli altri suoi nove consiglieri, «impegna la giunta a perseguire l’obiettivo, già delineato nella programmazione regionale, di costruire il nuovo polo ospedaliero nell’area individuata dal Comune a Padova ovest». Insomma, va bene ovunque, purchè si faccia. E anche col project, sempre avversato dal centrosinistra. «E rimaniamo contrari a tale strumento, rivendicando la scelta di avvalersi soprattutto di soldi pubblici — spiega Sinigaglia — arrivino dal ministero della Salute o dalla Banca centrale europea, alla quale la Regione ha chiesto un mutuo. Ora l’urgenza è riprendere l’iter. Per non pagare le penali al socio privato si può anche comprare il progetto e poi metterlo a gara, i 50 milioni stanziati dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini bastano. Oppure si possono ridurre le quote del privato al minimo. Basta proseguire, Padova e il Veneto hanno bisogno dell’ospedale nuovo, farlo in via Giustiniani è impossibile, per motivi urbanistici, economici e di tempo».
Intanto si accende una luce sulla decisione della giunta Zaia, ispirata dall’Università, di vagliare eventuali proposte di Comuni limitrofi pronti a ospitare il polo sanitario. «Se la Regione dovesse coinvolgerci, Selvazzano non si tirerà indietro — annuncia il sindaco Enoch Soranzo —. Non abbiamo aree comunale disponibili, ma ce ne sarebbe una privata idonea, quella dell’ex seminario. E’ convenzionabile e l’amministrazione è pronta a fare la propria parte. Inoltre esiste un protocollo d’intesa già sottoscritto. Dal punto di vista delle infrastrutture e delle dimensioni, l’ex seminario è l’unico luogo adatto: è composto da una parte già edificata e da una zona contigua da poter sfruttare: stiamo parlando di diverse centinaia di migliaia di metri quadri». Ora la palla passa alla Regione.
Michela Nicolussi Moro e Angela Tisbe Ciociola – Il Corriere del Veneto – 31 luglio 2014