Asl di Milano: chi ha lavorato meno pagherà con giorni di ferie o con soldi tirati via dallo stipendio. Lo dice l’accordo firmato dai sindacati dei dirigenti con i vertici aziendali.
Firmato con i sindacati l’accordo per i dirigenti E, alla fine, chi ha lavorato meno all’Asl di Milano pagherà davvero con giorni di ferie o con soldi tirati via dallo stipendio. Dopo settimane di polemiche, in corso Italia è stata siglata la tregua. Arriva dopo il polverone scatenato dalla diffusione dei dati sull’assenteismo dei lavoratori (Corriere della Sera del 24 ottobre), i controlli dei Nas, un sit in di protesta in piazza Sant’Eufemia e attacchi incrociati tra i vertici e i sindacati dell’azienda sanitaria locale guidata da Walter G. Locatelli. I medici, i veterinari, gli psicologi, i farmacisti, i chimici e i biologi — insomma i dirigenti — che nel 2010 non hanno fat- La scheda La denuncia Da un documento dell’Asl emerge che negli ultimi 2 anni 620 dipendenti del comparto su 1.491 hanno lavorato meno dell’orario previsto dal contratto Un’accusa per 620 to le dovute 38 ore settimanali le dovranno recuperare o restituirne il corrispettivo valore economico all’Asl. Lo prevede l’accordo appena siglato tra il direttore generale Walter G. Locatelli e le sigle sindacali della dirigenza (Aupi, Sinafo, Fvm, Cgil, Fials, Cisl, Anaao). Si tratta almeno — secondo le stime dei vertici dell’Asl — di un dirigente su 10. I lavoratori con un ruolo dirigenziale in totale sono quasi 5oo. In settimana dovrà essere presa una decisione anche per gli altri 1.491 dipendenti definiti del comparto. All’apice del caos sugli orari di lavoro, per spiegare la complessità della situazione i lavo- I lavoratori I dirigenti —anch’essi con un problema simile a quello del comparto — hanno appena firmato un accordo con il direttore generale Walter Locatelli (nella foto). Ora tocca agli altri ratori per email si appellavano persino ad Oscar Wilde: «La verità è raramente pura, e mai semplice». Il problema riguardava le ore di straordinario prestate e smaltite spesso oltre i termini previsti dagli accordi aziendali. Era questo, secondo i sindacati, il motivo del moltiplicarsi dei cosiddetti debiti orari nei confronti dell’Asl. «Ogni anno le ore lavorate dai dipendenti della Asl di Milano superano il debito orario dovuto all’azienda — spiegavano in un comunicato stampa Aupi, Fvm e Sinafo —. Anche per l’anno 2011, infatti, il saldo è di cinquemila ore in più». Ora, nell’accordo raggiunto, viene corretto il tiro. «Fatta salva una franchigia di 30 ore —si legge nel documento — il debito orario per l’anno 2010 sarà convertito prioritariamente in giornate di ferie e, qualora queste non siano sufficienti, con recupero della corrispondente retribuzione sui compensi per li *** bera professione intramoenia percepiti e sulla retribuzione stipendiale. Eventuali eccedenze maturate al 31 luglio 2011 potranno essere portate in deduzione delle carenze orarie dell’anno 2010 e non costituiranno, pertanto, titolo per riconoscimenti economici». Adesso tocca, appunto, ai dipendenti del comparto. La questione è particolarmente delicata perché arriva a ridosso delle elezioni della Rsu, la rappresentanza sindacale unitaria. Nessuno dei sindacati vuole rischiare di incorrere nell’accusa di avere svenduto i lavoratori all’azienda. Ma una soluzione è da trovare. Negli ultimi due anni, secondo il documento sui cosiddetti debiti e crediti orari, 620 lavoratori su 1.491 hanno lavorato meno dell’orario previsto dal contratto.
Corriere della Sera Milano di lunedì 21 novembre 2011