La Banca d’Italia sta spulciando i i bilanci dei principali gruppi bancari italiani per esaminare nel dettaglio i prestiti in sofferenza. Le ispezioni riguardano 20 gruppi bancari, mentre in altri 8 istituti la verifica è estesa a tutto il portafoglio dei crediti. Ai gruppi ispezionati fa capo circa il 40% del totale dei crediti deteriorati del sistema.
La notizia, comparsa ieri pomeriggio sul sito online del Wall Street Journal, è stata poi confermata da Via Nazionale con una nota che illustra l’attività di verifica.
Il giro di ispezioni, assicurano fin Bankitalia, va inteso in senso positivo: la banca centrale ha provveduto ad avviare le verifiche sul credito prima della Bce e dell’Eba per far sì che gli istituti italiani possano presentarsi in ordine agli stress test europei del prossimo autunno.
Perciò è stata «valutata dettagliatamente l’adeguatezza delle rettifiche di valore sui crediti deteriorati ed esaminare le politiche e le prassi aziendali adottate in materia». La grande crisi, d’altronde, è stata scatenata proprio dalla gestione troppo disinvolta delle sofferenze nei crediti bancari Usa. E se i controlli dell’autunno 2012 avevano portato Bankitalia a identificare 20 gruppi bancari di taglia grande e media nei quali «il cui tasso di copertura era inferiore alla media, o aveva fatto registrare una diminuzione significativa», via Nazionale sottolinea che le banche italiane hanno fatto i compiti quando gli ispettori hanno chiesto correzioni. Ancora oggi stanno seguendo «con particolare attenzione l’adozione delle iniziative correttive richieste». E tra gli otto istituti per i quali i controlli sono estesi a tutto il portafoglio dei prestiti, ce ne sono alcuni per i quali è sotto esame «l’intera operatività. In questi casi le verifiche in loco sono ancora in corso».
Naturalmente i controlli «continueranno nel corso del 2013; e sono già stati estesa ad altri gruppi attraverso l’attività ispettiva ordinaria. Tale azione sarà coordinata con analoghi esercizi condotti in sede internazionale». Ha scritto il Wall Street Journal che la necessità di ottemperare alle correzioni chieste dalla banca centrale «potrebbe portare alcuni gruppi a vendere asset». In realtà Via Nazionale è andata oltre: ha chiesto di ridurre i costi operativi, contenere i dividendi e gli stipendi dei top manager e cedere asset non strategici. D’altra parte i prestiti in sofferenza sono in rialzo da 27 mesi consecutivi: alla fine dello scorso marzo avevano raggiunto quota 249 milioni di euro, il 14,2% del totale dei prestiti concessi in Italia. Un termine di raffronto: a fine 2010, erano 157 milioni di euro, l’8,9% del totale.
La Stampa – 30 luglio 2013