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Bassa Veronese. Smaltiti irregolarmente 20mila polli. Nei guai un allevatore: la Polizia provinciale scopre carcasse ovunque e un cumulo a terra

La Polizia ha calcolato – carte alla mano – che in due anni l’allevatore aveva gettato 20 mila carcasse di polli e pulcini spargendoli su terreni suoi e anche limitrofi alle sue proprietà. In Provincia risultava che l’uomo spargesse pollina, derivante dalle carcasse degli avicoli che allevava in un paio di capannoni, in modo regolare. Ma c’è stato un intoppo, forse proprio un inciampo, nel senso vero della parola.

Qualcuno infatti, tra abitanti e cacciatori che frequentano le aree verdi di Ronco, è incappato in polli putrefatti, in carcasse mischiate a concime e ha allertato la Polizia provinciale. Cosa ci facevano delle galline e dei pulcini morti in giro per il paese? Sono iniziate da qui le indagini che hanno portato alla denuncia per illecito smaltimento di rifiuti speciali di origine animale l’allevatore, il quale, per altro, teneva ben sei metri cubi di pollina mischiata a bestie morte su un terreno non protetto da alcuna guaina impermeabilizzante, col rischio di produrre percolato che si infiltra nella terra e può raggiungere la falda. Le indagini territoriali sono ancora in corso. Il blitz della Polizia nell’azienda avicola è avvenuto l’altro ieri. Si trattava di una impresa di grandi dimensioni, accanto ad un altra, di un parente del titolare, che veniva «gestita» – se così si può dire – per quanto riguarda lo smaltimento degli animali, allo stesso modo. Entrati nelle pertinenze dell’allevamento intensivo – con oltre 30 mila capi – gli agenti sono rimasti stupefatti da quanto hanno via via constatato. Al loro cospetto, come dicevamo, si è presentata una montagna di pollina scaricata alla bell’è meglio su un terreno, senza alcuna accortezza rispetto la fermentazione organica e le sue conseguenze: il cumulo, mischiato ad animali morti, non era protetto rispetto il terreno e nei giorni scorsi il caldo ha raggiunto notevoli picchi, perciò c’è solo da sperare che l’inquinamento di terreno e falda non sia avvenuto, in particolare da nitrati.

I poliziotti della provincia, inoltre, hanno trovato un trattore dei bidoni con dentro carcasse di polli morti, all’aria aperta. Quando gli agenti hanno chiesto perché mai non conservasse – se poi quei polli morti dovevano essere portati allo smaltimento – le carcasse dentro i locali frigorifero, obbligatori in aziende di queste dimensioni.

E difatti l’uomo possiede un capannone frigo, solo che era da due anni, appunto, che non lo utilizzava: l’agricoltore si sarebbe giustificato dicendo che consumava troppa elettricità ma nella realtà la cella non funzionava, era rotta, molto sporca, e chissà da quanto inutilizzata. Inutile, a quanto pare, anche chiedere all’imprenditore come mai avesse deciso di smaltire in quel modo la pollina, mischiandola ai pollame morto: non c’è ragione, infatti, per tenersi i cadaveri degli animali in azienda e spargerli mischiati alla pollina, perché il prelievo di questi materiali, contrariamente a quanto avviene per un privato, è gratuito. Probabilmente l’uomo spargeva quei rifiuti – in parte concimanti – in accordo con agricoltori, ma queste sono solo ipotesi. Come è una ipotesi valutata dalla Polizia provinciale che alcune carcasse siano state portate lontano dall’allevamento intensivo da cani o volpi che nottetempo, se ne impossessavano dal mucchio di materiale che l’allevatore lasciava all’aperto, pur nella sua proprietà. Si parla di ipotesi perché, a quanto verificato dagli agenti, l’azienda non è facilmente accessibile da predatori. Sul posto è intervenuto anche il personale del servizio veterinario dell’Ulss 21 che, per parte sua, ha posto sotto vincolo sanitario il deposito illecito e allertato l’amministrazione comunale affinchè emettesse un’ordinanza di rimozione dei rifiuti ammucchiati all’aria aperta: l’azienda comminerà le sanzioni previste per legge in questi casi. L’uomo dovrà vedersela insomma con un reato penale e con varie sanzioni amministrative.

L’Arena – 16 luglio 2016 

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