Belluno. «Lavorate mezz’ora in più o a fine anno chiudo»: gli operai accettano
Il caso: 30 dipendenti firmano l’accordo, 3 si rifiutano. La Fiom in rivolta: «È inaccettabile». Imprenditore chiede ai suoi dipendenti dilavorare mezz’ora in più al giorno e pure gratis e gli operai accettano. È la singolare ricetta anticrisi del titolare della Joint & Welding di Sedico, ditta bellunese specializzata nella lavorazione dell’acciaio inox.
Ma una parte del sindacato non ci sta.
La Fiom Cgil di Belluno parla di «accordo improponibile, inaccettabile e illegittimo», sia dal punto di vista giuridico che contrattuale. Ma i 30 dipendenti dell’impresa, tranne 2 o 3, hanno già sottoscritto il documento. «Sembra – dichiara Benedetto Calderone della Fiom Cgil di Belluno – che gli operai siano stati indotti a firmare per lavorare mezz’ora gratis, non oso pensare con quali argomentazioni».
«La malsana idea di scaricare sui lavoratori il prezzo della crisi – spiega il segretario provinciale della Fiom Cgil Luca Zuccolotto – non avrà mai l’avallo della nostra organizzazione sindacale. Diffidiamo l’azienda a proseguire questo percorso, invitandola ad aprire una fase negoziale con la nostra organizzazione sindacale per individuare soluzioni condivise e, soprattutto, legali». Zuccolotto chiede l’intervento immediato di Confindustria e aggiunge: «Speriamo che ci sia uno scatto d’orgoglio da parte dei lavoratori costretti, a volte, ad accettare qualsiasi cosa pur di portare a casa uno stipendio».
Ma Eddi Dalla Rosa, il titolare della Joint & Welding di Sedico, precisa che l’accordo è l’unica soluzione per «tenere in piedi l’attività e non lasciare a casa nessuno». Dalla Rosa è un imprenditore vecchio stile, di quelli che lavorano in azienda 12 ore al giorno, se serve anche il sabato e la domenica. «L’azienda ha 25 anni, non ha mai domandato niente a nessuno», spiega Dalla Rosa che ora chiede agli operai un contributo per superare il momento di crisi: rinunciare alle due pause di 15 minuti.
«Maggio e giugno sono stati un disastro – aggiunge – abbiamo perso trentamila euro al mese. Poi, se a fine anno riusciamo a fare il fatturato per tenere in piedi l’azienda, queste ore saranno retribuite agli operai». Sugli ammortizzatori sociali, Dalla Rosa attacca sindacati e sistema. «Più gente c’è da mantenere e più la situazione peggiora». «Fare ricorso ai contratti di solidarietà? Ma il lavoro c’è». Poi di nuovo una stoccata alla Fiom: «Se non approvano le mie scelte, a fine anno devo chiudere», conclude.
Gazzettino – 6 luglio 2013