«Cesare» ha distrutto l’arnia di proprietà del forestale che ormai lo segue da tempo. «Per andare d’accordo con lui non bisogna disturbarlo»
CASTELLAVAZZO (Belluno) – «L’orso ha riconosciuto il mio odore». Parola di Cesare Sacchet, il forestale che da tre anni «segue» uno dei pochi yoghi in circolazione nelle montagne del Bellunese; l’agente è riuscito, per primo, a riprendere l’animale con una «foto trappola», scoop grazie al quale Sacchet si è visto riconoscere dai superiori il diritto di dare un nome all’orso. Che si chiama, appunto, «Cesare». Solo che l’orso Cesare non ha gradito, a quanto si comprende, l’invasione della privacy. E anzi, in una notte di qualche giorno fa, si è vendicato. Ha banchettato con un’arnia di proprietà del forestale, del valore di 200 euro. Api, miele: si è mangiato tutto.
L’animale che dà la caccia all’uomo, come nel film «L’orca assassina»? «Macché – continua l’agente -: che Cesare sapesse che ero lì, è sicuro; sono animali con un olfatto finissimo, migliore di quello dei cani. Ma, con tutta probabilità, è venuto a casa mia (nella frazione di Podenzoi, a Castellavazzo) attratto dall’odore del miele, di cui gli orsi sono ghiottissimi».
Insomma, nessun pericolo. «No – chiarisce – vero che sono animali onnivori e opportunisti; vero che Cesare riconosce il mio odore, anche perché più di una volta ha divelto le foto-trappole che avevo preparato per lui; ma di sicuro resta una creatura schiva, che fa di tutto per evitare l’uomo. La regola, per andare d’accordo con lui, è non disturbarlo». Ma che orso è, Cesare? «Ha otto anni – continua -; un bell’esemplare adulto. Pesa più di 150 kg, e se si alzasse in piedi supererebbe il metro e novanta». Ce ne sarebbero altri due, di yoghi a zonzo nelle montagne Bellunesi. «Difficile incontrarli – termina Sacchet -; e, se uno li teme, bastano poche precauzioni, come sigillare bene le immondizie. Per il resto, gli orsi si fanno gli affari propri».
Corriere del Veneto – 2 giugno 2013