La risposta dell’Italia alla lettera Ue di messa in mora sui debiti della Pubblica Amministrazione «va nella giusta direzione ». Anzi, valuta il nuovo commissario Ue all’Industria, Ferdinando Nelli Feroci, è «un segnale molto forte» da parte del governo italiano.
A due mesi dalla procedura d’infrazione aperta dall’ex commissario Antonio Tajani, la pronta risposta dell’Italia sembra avere tutti gli elementi per portare a una soluzione positiva della vertenza, ritiene Nelli Feroci, pur precisando di non poter «anticipare l’analisi che i servizi della Commissione faranno della lettera». Mentre Tajani (Fi), attualmente vicepresidente del Parlamento Europeo, sembra molto meno ottimista del suo successore: in una nota precisa che «le procedure di infrazione si chiudono quando il diritto europeo è rispettato, non prima. Le imprese italiane oggi continuano a morire perché lo stato paga in termini ben superiori ai 30 o 60 giorni, miglioramenti non se ne vedono ». L’ex commissario, in aperta polemica con Nelli Feroci, osserva che appare «inappropriato preannunciare la chiusura della procedura di infrazione quando l’Italia oggi ha semplicemente risposto alle contestazioni mosse», e che «questa procedura potrà essere chiusa solo quando l’Italia pagherà veramente le imprese rispettando i termini europei».
Ancora a giugno, in coincidenza con l’apertura della procedura Ue, la Cgia di Mestre certificava come la Pubblica Amministrazione italiana sia l’ultima tra i Paesi dell’Unione Europea per i tempi dei pagamenti, con una media di 165 giorni (107 in più rispetto alla media Ue): anche la Grecia fa meglio, con 155 giorni, seguita da Spagna (154) e Portogallo (129). Tuttavia la stessa Cgia si augurava che l’avvio della fatturazione elettronica migliorasse la situazione. E in effetti in due mesi i passi in avanti, almeno sotto il profilo dell’organizzazione, ci sono stati. Nel dossier di 53 pagine inviato a Bruxelles il governo descrive tutte le misure prese per rendere certo il pagamento degli oltre 56 miliardi di euro dovuti alle imprese entro quest’anno per i debiti pregressi: la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti, il fondo di garanzia del ministero dell’Economia, le deroghe per Regioni ed enti locali al patto di stabilità interno. Il 30 luglio la Cassa depositi e prestiti ha istituito un plafond da 10 miliardi di euro finalizzato proprio all’accelerazione dei pagamenti dei debiti di parte corrente della pubblica amministrazione.
Repubblica – 20 agosto 2014