E’ stata una dipendente dell’anagrafe canina di un comune della provincia di Piacenza a far partire un’indagine del Corpo forestale dello Stato di Parma nei confronti di un veterinario che gestiva una struttura per cani situata a Secondo Parmense. L’uomo è accusato di aver truffato diversi comuni dell’Emilia Romagna e tra questi, sette si trovano nella provincia di Piacenza.
Il trucco era semplice. I cani randagi recuperati in Regione venivano affidati, in base a convenzioni con i Comuni, alla struttura di San Secondo per essere poi adottati da privati. Quando i cani trovavano un padrone oppure morivano, l’uomo continuava a percepire dal canile comunale di riferimento, la retta per il mantenimento degli amici a 4 zampe, ovvero indicativamente 3 euro al giorno per esemplare.
La truffa nell’arco dei due anni presi in considerazione dalle indagini ammontava a oltre 10mila euro. I comuni maggiormente truffati nel Piacentino, secondo gli accertamenti del Corpo forestale dello Stato, sono Rivergaro, Bettola e Cortemaggiore. Gli altri comuni sono Castelvetro, Podenzano, Monticelli. Diverso il caso di Alseno che aveva stipulato con la struttura una convenzione forfettaria annuale e non per singolo esemplare.
Il veterinario di San Secondo parmense ha patteggiato dieci mesi di reclusione davanti al Pm per le accuse di truffa aggravata, falso ideologico, falso materiale, falso in certificati e esercizio abusivo della professione. L’uomo infatti si era volontariamente cancellato dall’Albo professionale per raggiunti limiti di età contributiva ma, pur non essendo più iscritto regolarmente all’ordine, continuava ad esercitare la professione.
La Libertà – 26 marzo 2014