
Carne, Verona leader nella produzione. «Ora più attenzione alla tracciabilità». Il vicepresidente di Veronafiere: «Rispondere alle esigenze dei consumatori»
Una battaglia che parte dalle stalle per arrivare fino al banco carni del supermercato (e ovviamente a quello delle macellerie). La parola d’ordine: recuperare quote di mercato. Il territorio c’è, basta prenderselo: di questo sono convinti i produttori veneti della carne, alla luce degli ultimi dati che provengono dal settore. Nonostante il suo consumo sia in calo da anni (da 25 a 17 chili procapite nell’arco di un decennio, per parlare solo di quella bovina), la carne occupa ancora un posto rilevante sulle tavole (e nella spesa) degli italiani: il 10,1% di quanto dedicato ai beni agroalimentari. I numeri sono stati raccolti dall’Ismea (l’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) rielaborati i dati del panel Nielsen, uno degli studi più importanti che vengono svolti periodicamente su consumi. La parte del leone è ancora una volta rappresentata dalle carni bovine, che rappresentano il 44% del comparto, seguito dalle avicole (26%) e dalle suine (17%). Complessivamente, a livello nazionale, il settore vale 30 miliardi, circa il 15% dell’agroalimentare. E il 2016, secondo le previsioni delle categorie, potrebbe aver segnato la fine del crollo dei consumi. E c’è anche un ampio margine di manovra: la crescente attenzione – come emerge sempre dai rilievi di mercato – verso il Made in Italy: fra il 2014 e il 2016 i consumi di carne bovina estera sono scesi da 7,40 chilogrammi procapite a 6,90, mentre quelli relativi ai bovini italiani sono rimasti invariati. Ecco perché le future strategie potrebbero prendere in considerazione l’esposizione di un bollino di qualità che sottolinei (in modo più evidente rispetto all’etichetta obbligatoria per legge) la provenienza italiana e – perché no – anche quella relativa al Veneto: la Regione, d’altronde che dispone già del marchio, approvato nel 2001, «Qualità Verificata». Non solo: si punta anche ad accorciare la filiera, per arrivare più velocemente al consumatore finale. Questioni che sono state affrontate ieri a Isola della Scala, in una delle stalle sociali più grandi della Provincia: quella della cooperativa La Torre. Un evento organizzato da Veronafiere che assieme a Confagricoltura, Unicarne e Azove (categoria di produttori di carni bovine) ha presentato la nuova edizione completamente riveduta di «Eurocarne», che si terrà a fine gennaio in contemporanea con Fieragricola. «Se vogliamo rilanciare il settore – avvisa Claudio Valente, vicepresidente di Veronafiere e presidente di Coldiretti Verona – occorre rispondere alle nuove esigenze del consumatore, che richiede produzioni sostenibili, il rispetto del benessere animale, un’elevata qualità e la conoscenza della provenienza della carne». Temi a cui dedicherà particolare spazio la prossima edizione di Eurocarne, che aprirà in particolare agli agriturismi. Ci sarà molta attenzione al territori: del resto il Veneto si conferma regione leader per la produzione di carne, anche quella bovina (455 mila capi, pari al 28% del totale nazionale, in crescita del 2% nell’ultimo anno). Un mercato che vale 410 milioni di euro. La provincia di Verona è al primo posto per quantità: nel 2016 sono state prodotte 49.992 tonnellate, pari a un valore di 119 milioni e 463mila euro.
D.O. – Il Corriere del Veneto – 27 luglio 2017