Sindacati di nuovo in piazza oggi a Roma, per chiedere al governo di riaprire con la manovra il capitolo dei contratti della Pa, fermi al 2010. Dopo la manifestazione contro il Jobs act della sola Cgil del 25 ottobre, oggi hanno sfilato per le vie della Capitale anche Cisl e Uil, tutti mobilitati per chiedere sblocco dei salari del pubblico impiego e la ripresa della contrattazione sui salari.
Dal palco del comizio conclusivo, la leader Cgil Susanna camusso lancia un ultimatum a Palazzo Chigi: «Sappia il governo che se non ci saranno risposte» i sindacati andranno avanti «con lo sciopero della categoria». E non solo: «chiameremo tutti i lavoratori».
Gli organizzatori: in piazza quasi 100mila persone
Al corteo, promosso da dodici sigle appartenenti ai sindacati confederali con rappresentanze di tutti i settori della Pa, dalla scuola alla sanità, dalla sicurezza agli enti locali, erano attese almento 50mila persone. Secondo gli organizzatori, i partecipanti effettivi hanno sfiorato le 100mila unità. Il corteo, partito da piazza della Repubblica alle 13.30, era preceduto da un grande striscione unitario sorretto dai leader dei sindacati: “Servizi pubblici perché servono, perché di tutti. Pubblico sei tu’. In piazza palloncini con il volto del premier Renzi ‘pinocchio’ e la scritta ‘Stai sereno’ e fantasmi di pezza di lavoratori precari’. I manifestanti hanno attraversato le vie del centro per poi arrivare a Piazza del Popolo verso le 14.30. A vigilare oltre 500 agenti delle forze dell’ordine.
Barbagallo (Uil): governo peggior datore di lavoro italiano
Il governo è «il peggior datore di lavoro del Paese, se non si siede per rinnovare il contratto faremo lo sciopero generale dei lavoratori pubblici». Per il segretario generale aggiunto Uil Carmelo Barbagallo, la manifestazione del pubblico impiego di oggi è solo il primo passo della protesta dei pubblici dipendnti: «Ci riuniremo più tardi come segreterie generali per pianificare tutte le azioni future».
Legge Fornero, Cgil pronta a promovere referendum Lega
Facendo il punto sui vari fronti del confronto sindacale, Camusso non ha nascosto il suo pessimismo. «Non vedo segnali nuovi sia sul Jobs Act che sulla legge di stabilità o la delega Pubblica amministrazione», ha spiegato parlando con i giornalisti nelle prime fila del corteo riferendosi all’ipotesi di un’apertura del governo su licenziamenti e risorse per ammortizzatori sociali. Camusso ha poi confermato l’intenzione di sostenere l’abrogazione della legge Fornero proposto dalla Lega Nord «nel momento in cui la Corte costituzionale ammettesse il referendum, perché determinerebbe per il governo il tempo entro il quale abolire una legge ingiusta».
Faverin (Cisl-fp): basta bugie dopo staffetta generazionale mancata
Poco prima dell’avvio del corteo, i segretari generali di Fp-Cgil Rossana Dettori e Cisl-Fp Giovanni Faverin hanno confermato la disponibilità al confronto dei sindacati, anche se il ministro della Madia «rifiuta di incontrarci». «Basta con le bugie – ha aggiunto Faverin – dopo le promesse della staffetta generazionale mancata». «Il governo mente quando dice che non ha 2 mld per il rinnovo dei contratti, Renzi vuole lo scontro perché nega un diritto base di lavoratori. Marchionne non si è comportato così».
Il Sole 24 Ore – 8 novembre 2014