Tra le misure, maggiore flessibilità nei turni, possibilità di ricorrere al telelavoro e la distribuzione di “buoni lavoro” per prestazioni di assistenza domestica
ROMA – Governo e parti sociali hanno raggiunto l’intesa sulle linee guida per la conciliazione degli orari tra lavoro e famiglia. La pre-intesa è stata firmata anche dalla Cgil, che però si riserva una valutazione dell’allegato all’avviso comune, che sarà perfezionato con un ulteriore tavolo tecnico. La data scelta per la prosecuzione del confronto non è stata casuale visto che cade alla vigilia dell’8 marzo, con l’intenzione, ha spiegato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, di rappresentare “un atto concreto in favore delle donne e della famiglia”.
Questo, in sintesi, il quadro delle misure: impiego del telelavoro in alternativa ai congedi parentali o facoltativi; orari flessibili in entrata e in uscita per madri e padri entro i primi 3 anni del bambino; trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale per i primi 5 anni del bimbo o per assistere genitori e familiari in rilevanti esigenze cura; possibilità di una flessibilità di orari concentrati, intesi cioè come orario continuato dei propri turni giornalieri. Inoltre anche la possibilità, da parte del datore ai propri dipendenti, di buoni lavoro per lo svolgimento da parte di terzi di prestazioni occasionali di tipo accessorio per le attività domestiche e di cura.
Nell’intesa si sottolinea inoltre “l’importanza di una modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro, tanto nell’interesse dei lavoratori che nell’impresa”, e si concorda la possibilità di distribuire gli orari di lavoro nell’arco della settimana, del mese e dell’anno in risposta alle esigenze dei mercati, adeguando la durata media e massima degli orari alle esigenze produttive, ma conciliandole con il rispetto dei diritti e l’esigenze delle persone. Le parti si impegnano a valorizzare, compatibilmente con l’esigenze organizzative e produttive, “le buone pratiche di flessibilità, family friendly, e di conciliazioni esistenti”. A tal fine – si legge nell’intesa – si attiva un tavolo tecnico che dovrà concludere sui lavori entro 90 giorni. Entro un anno dalla conclusione dei lavori del tavolo tecnico le parti sociali si impegnano a una verifica sulla diffusione di queste buone pratiche.
Nel pacchetto si trova anche il via libera ad asili nido aziendali e interaziendali e a servizi collettivi di trasporto da e per gli asili pubblici. Oltre alla possibilità di usufruire di due settimane per l’inserimento dei bimbi alle scuole materne ed al primo anno di scuola elementare. In via di definizione pure una banca ore, anche ad hoc per genitori con bimbi sino a 24 mesi, che potrebbero avere diritto, su loro richiesta, a percepire la sola maggiorazione accantonando le ore straordinarie in un conto ore e dei regimi specifici modulati su base semestrale o annuale.
Al tavolo delle parti sociali la Cgil aveva presentato una sua proposta alternativa per favorire l’occupazione femminile. Le leve da utilizzare, secondo il sindacato guidato da Susanna Camusso, sono il rifinanziamento del credito d’imposta, l’estensione dei servizi territoriali come i trasporti e gli asili nido, il sostegno alla modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro. Misure che per la Cgil si devono applicare anche ai lavoratori precari. La Cgil si è opposta in particolare al riferimento voluto da Sacconi al lavoro intermittente, definito “l’antitesi della conciliazione”, ritenendo “inaccettabile la sostituzione dei servizi con i voucher perché producono lavoro precario e povero”.
Il fatto di essere riusciti a trovare un’intesa anche con la Cgil è stata salutato con soddisfazione dal ministro del Lavoro. “L’intesa – ha detto Sacconi al termine della riunione con i rappresentanti dei sindacati e delle imprese – è un passo avanti nelle nostre relazioni industriali. Con l’intesa – ha spiegato – si punta a conciliare i tempi di lavoro e quelli di famiglia attraverso la modulazione dell’orario”.
Repubblica.it – 7 marzo 2011