Giancarlo Galan riceve (per ora, i calcoli nel suo caso sono un po’ complicati) 3.749 euro al mese. Netti. Giampietro Marchese, che come Galan è finito inguaiato nell’inchiesta sulle tangenti per il Mose, si ferma invece a 2.849 euro, sempre al mese, sempre netti. l’elenco delle 226 rendite assegnate
Come loro, ci sono 181 ex consiglieri regionali che dopo aver trascorso una parte, piccola o grande che sia stata, della loro vita a Palazzo Ferro Fini, vengono ora ristorati delle fatiche in laguna con un vitalizio che non si arresta neppure quando il beneficiario passa a miglior vita, visto che, seppur in forma ridotta, l’assegno è «reversibile» a favore del coniuge (si contano 45 casi di questo tipo). Nulla di nuovo, si dirà, la storia dei vitalizi è arci-nota (e arci-discussa e arci-produttrice di bile nel popolo elettore) ma quel che non si conosceva era l’elenco esatto dei percettori della pensione in questione, quanti fossero e quanti soldi prendessero. Fino a ieri, quando su ordine perentorio del presidente del consiglio Valdo Ruffato gli uffici hanno finalmente reso noti online, nella sezione «trasparenza» del sito istituzionale, tutti i nomi e le relative cifre erogate nel corso del 2013. Nella sezione, per chi fosse curioso, ci sono anche gli stipendi, i redditi, gli stati patrimoniali e gli incarichi «extra» dei consiglieri attualmente in carica.
Scorrere i 226 nomi in elenco è un po’ come fare un viaggio nella storia politica della nostra regione. C’è Carla Zerlotto, ad esempio, vedova di Angelo Tomelleri che fu il primo presidente del Veneto dal 1970 al 1972 e poi di nuovo dal 1973 al 1980, il primo a fregiarsi dell’appellativo «Doge» che poi sarebbe passato a Gianni De Michelis e Giancarlo Galan (reversibilità mensile netta dal lontano 1985: 2.277 euro). Come lei, percepisce la reversibilità anche Angela Riboni, vedova di Carlo Bernini, presidente dal 1980 al 1989, scomparso il primo gennaio del 2011 (2.285 euro). Per restare ai predecessori di Luca Zaia, Gianfranco Cremonese riceve 4.116 euro, Giuseppe Pupillo (presidente Pds dopo un’interrotta egemonia democristiana) 3.592 euro, Aldo Bottin (combattivo presidente dell’associazione degli ex consiglieri, che pare si sia opposto in ogni modo alla pubblicazione dell’elenco) 4.107 euro. Il record assoluto, non solo tra i presidenti ma anche tra gli altri consiglieri di ogni epoca e colore, spetta però a Franco Frigo, che guidò la Regione nella buriana di Tangentopoli per un periodo brevissimo, dal 3 luglio 1992 all’11 maggio 1993, dopo le dimissioni di Cremonese, consigliere regionale dal 1990 al 1995 e poi di nuovo dal 2000 al 2009, quando è diventato eurodeputato: una lunga esperienza a Palazzo Ferro Fini che gli vale 4.752 euro netti al mese.
Come nel caso di Frigo, tra i beneficiari del vitalizio si incontrano molti esponenti di spicco della politica veneta, che non hanno affatto chiuso la loro carriera nel parlamentino marciano, aggiungendo poi nuove cariche elettive, dai Comuni al parlamento fino a Bruxelles, oppure posti nei cda che compongono la variegata galassia delle società pubbliche (quasi sempre cumulando gli incassi). Ci sono, ad esempio, i sindaci: Flavio Zanonato gode di un assegno di 1.934 euro, poco più della metà di quel che spetta a chi lo ha sostituito a Padova al momento della nomina a ministro dello Sviluppo, ossia Ivo Rossi: per lui ci sono 3.512 euro mensili. Achille Variati, primo cittadino di Vicenza, stacca un assegno da 3.720 euro mentre l’ex sindaco di Treviso Gianpaolo Gobbo si ferma poco sotto, a 3.604 euro. Sono molti, moltissimi gli ex consiglieri della Lega Nord che hanno passato una vita a tuonare contro le «uova d’oro» elargite da Roma ladrona ma oggi non disdegnano i denari offerti dalla Serenissima e, con loro, si ritrovano anche alcuni indipendentisti come i fondatori della Liga Veneta Franco Rocchetta e Marilena Marin (marito e moglie, 2.762 euro più 2.219 euro), l’attuale leader della Liga Serenissima Repubblica Fabrizio Comencini (4.114 euro) o lo studioso e «patriota veneto» Ettore Beggiato (4.131 euro).
Beninteso, nel mazzo ci sono tutti, da destra a sinistra, mancano solo quelli che non hanno ancora maturato i requisiti d’età previsti dalle tre diverse leggi che regolamentano la materia (il minimo previsto è 55 anni). L’elenco completo si può leggere qui sotto, tra gli altri ci sono i fratelli Cacciari (Paolo prende più di Massimo: 3.593 euro contro 1.935 euro), il sociologo Gianfranco Bettin (3.364 euro), l’ex dominus di Forza Italia Giorgio Carollo (4.125 euro) oppure l’ex assessore alla Sanità, tra gli uomini più fidati di Galan, Fabio Gava: 4.557. «I vitalizi sono stati aboliti dalla prossima legislatura – ricorda Ruffato – ma per una questione di trasparenza abbiamo deciso di rendere noti tutti gli assegni che gravano sulle casse del consiglio. Una questione di chiarezza verso i cittadini». A Ruffato va dato atto di aver dato pronta esecuzione, nonostante qualche tentennamento contabile da parte degli uffici, alla delibera dell’Ufficio di presidenza invocata anche da Gennaro Marotta e Antonino Pipitone dell’Idv: «In Veneto la somma destinata a pagare vitalizi ed assegni di reversibilità è in continuo, costante, aumento. Dagli 8,2 milioni di euro del 2005 siamo arrivati, nel bilancio di previsione 2014, alla cifra di 11,2 milioni di euro – hanno tuonato i due consiglieri – Più di quel che si spende per i consiglieri in carica ossia 9,1 milioni di euro. E la cifra salirà a 12,2 milioni per il 2015 ed a 12,8 milioni per il 2016. Va introdotto un contributo di solidarietà per gli assegni più alti». E il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti rilancia: «Non basta tagliare i vitalizi pro futuro, bisogna intaccare anche quelli già maturati, in modo retroattivo. Un Paese con un passato che costa più del presente non ha alcun futuro».
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 9 agosto