Quanto a presenze i consiglieri scaligeri fanno bella figura: in tre non hanno saltato neppure una seduta. E il bilancio di metà anno delinea una «produttività» dell’assemblea in netta crescita
Seduta del Consiglio regionale veneto Venezia. Più leggi e mozioni approvate, ordini del giorno triplicati, consiglieri regionali sempre più «responsabili» e presenti alle sedute, in alcuni casi anche con punte del 100%, e con un maggior tasso di partecipazione alle votazioni. È il bilancio di metà anno tracciato dal presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato sul lavoro svolto dall’Assemblea in questi primi sei mesi. Un bilancio molto positivo che, tabelle alla mano, Ruffato ritiene un vero e proprio «salto di qualità» nell’attività del Consiglio Regionale, a cui rivendica con forza «il diritto-dovere» di indirizzo, ma che secondo il suo presidente è costretto a fare i conti con la sottrazione da parte del governo centrale degli ultimi “scampoli” di autonomia che sono rimasti alle Regioni a statuto ordinario: «Il federalismo è quasi morto e stiamo lavorando per farlo risorgere – ha detto Ruffato, che giudica un ’pateracchiò la riforma delle Province varata dal governo Monti – Serve un pò ribellione da parte nostra se non vogliamo che ci tolgano anche la poca autonomia che abbiamo».
In testa alla classifica delle presenze, figurano sette consiglieri-recordman che hanno partecipato a tutte le 127 sedute tenute dall’inizio della legislatura: tre i veronesi Paolo Tosato (Lega), Franco Bonfante e Roberto Fasoli (Pd) oltre a Costantino Toniolo, Claudio Sinigaglia, Mariangelo Foggiato e Dario Bond. Per una sola seduta «saltata» nella pattuglia non entra Gustavo Franchetto (Idv). Sempre in alta classifica alrti due veronesi: Stefano Valdegamberi (Udc) con 119 sedute mentre Davide Bendinelli (Pdl) gli è alle spalle per un solo punto. Più in giù, nel ruolino delle presenza, c’è Giancarlo Conta (Pdl) con 110 partecipazioni alle sedute mentre fanalino di coda è l’assessore Massimo Giorgetti (Pdl), presente solo 84 volte. In fondo alla classifica, del resto, si trovano soprattutto gli assessori oltre al presidente Luca Zaia (25 presenze): ma c’è anche da dire che buona parte della colpa risiede nei loro numerosi impegni istituzionali.
Il salto di qualità compiuto dal Consiglio regionale si traduce comunque in maggiore rendimento e produttività, grazie sia al nuovo statuto (che prevede tempi “contingentati”) sia alla maggiore responsabilità da parte dei consiglieri: «Ci si perde sempre meno in chiacchiere fumose e il risultati si vedono. Sono stati fatti passi da gigante, ma c’è ancora da migliorare», ha sottolineato Ruffato snocciolando i dati. Nei primi sette mesi di quest’anno sono già 36 infatti le leggi approvate (in sole 33 sedute), tra cui provvedimenti importanti come lo Statuto, il Bilancio, la Finanziaria e il Piano socio-sanitario su cui però pende la scure del governo, contro le 33 approvate (in 65 sedute) nel corso dell’intero anno scorso e le 13 (in 29 sedute) di tutto il 2010.
Le cifre parlano anche di commissioni più efficienti e produttive (da inizio legislatura hanno licenziato 127 progetti di legge sui 300 presentati), mentre Palazzo Ferro Fini apre sempre più spesso le sue porte a scuole, delegazioni, incontri istituzionali e convegni con l’obiettivo di trasformare la sede del Consiglio Regionale nella «Casa dei Veneti».
Fin qui le note positive alla viglia della ripresa dell’attività, che nei prossimi sei mesi vedrà impegnato il Consiglio Regionale a varare alcune importanti leggi in cantiere previste dallo Statuto, tra cui l’ istituzione del Consiglio delle Autonomie locali e il riordino delle Province. E qui arrivano le note dolenti, insieme all’imminente decisione del governo sul piano socio-sanitario regionale che pende come una spada di Damocle.
L’Arena – 24 agostyo 2012