La cura dimagrante è stata votata a larga maggioranza. E ieri cinquanta consiglieri regionali (contro 7) hanno deciso che i tagli ai costi della politica si fanno partendo dal basso: dai dipendenti regionali con contratto a tempo determinato.
Per la prossima legislatura le indennità degli eletti resteranno grosso modo quelle di oggi e, a perderci, saranno principalmente i dirigenti (che verranno decurati del 10%), i dipendenti del consiglio (che subiranno una riduzione del 20%) e il personale delle segreterie di presidenza, del gabinetto e dei gruppi consiliari (che lasceranno per strada il 30% dell’organico). «Questi sono tagli acritici che rischiano di depotenziare le commissioni e di indebolire la democrazia regionale», interviene Pietrangelo Pettenò (Fsv) che ha votato contro la legge che determina la nuova autonomia amministrativa e organizzativa del consiglio regionale. «Questa è un’importante riorganizzazione che permetterà al consiglio di produrre servizi più efficienti a costi ridotti», ribatte il relatore della legge sull’autonomia Piergiorgio Cortelazzo (Pdl). E il costo di questi tagli sono appunto tra i cinquanta e i sessanta dipendenti del personale di nomina politica del consiglio regionale. «Sono tagli imposti dai tempi — spiega il presidente della Commissione statuto Carlo Alberto Tesserin — diciamo che abbiamo fatto di necessità virtù perché dalla prossima legislatura i dipendenti di palazzo Ferro Fini subiranno un taglio di almeno 50 unità».
D’accordo sull’operazione anche Gennaro Marotta dell’Idv e Dario Bond del Pdl. «Con questa riforma abbiamo ridotto i costi di figure professionali che rispondono a criteri fiduciari e politici — conclude Sergio Reolon del Pd — e ora possiamo valorizzare le capacità professionali dei dipendenti del consiglio regionale». Contemporaneamente all’autonomia del Consiglio è stata votata anche la riforma strutturale della giunta che dalla prossima legislatura avrà una pianta organica propria con segreterie degli assessori più leggere (la riduzione è di un terzo del personale)
Corriere del Veneto – 29 dicembre 2012