Contro i medici ogni anno oltre 30mila cause legali. Sondaggio dell’Ois. Lorenzin, ora intervento risolutivo su medicina difensiva
di Benedetta Pacelli. Oltre 30 mila cause promosse contro i medici ogni anno. E non è un caso che 9 professionisti su 10, pur in assenza di una normativa di riferimento, hanno contratto una polizza assicurativa ancora prima che questa diventasse un obbligo di legge.
Del resto, come testimoniano i numeri di un sondaggio realizzato dall’Osservatorio Internazionale della Sanità in collaborazione con l’Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Roma e presentato ieri alla presenza tra gli altri, del sottosegretario alla salute Vito De Filippo, il 15% dei medici ha avuto nell’ultimo anno una controversia legale con un paziente, e l’80% ha paura di una denuncia pretestuosa solo per ottenere un risarcimento.
Un fenomeno che incide pure sulle casse dello stato.
Perché anche se oltre il 90% dei contenziosi termina in assoluzione o archiviazione, il ricorso alla cosiddetta medicina difensiva, cioè della prescrizione di più esami di quelli necessari, costa all’intera collettività oltre 12 miliardi. Ecco perché, come ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel messaggio inviato ai ricercatori dell’Ois, è necessario «un intervento più organico e veramente risolutivo, che non sia la ricerca dell’impunità per i professionisti che sbagliano, ma che, al contrario, assicurando la giusta serenità a questi ultimi, riduca, sino a eliminarli, i casi di malpractice, erogando un’effettiva tutela al diritto costituzionale alla salute».
Neppure l’atteso Dpr (attuativo della legge Balduzzi n. 158/2012) ora al Consiglio di stato, che avrebbe dovuto agevolare la copertura assicurativa per le specialità a rischio, circoscrivere le responsabilità dei medici e limitare i costi dei risarcimenti, sarà sufficiente, secondo gli addetti ai lavori, a sanare il sistema. «Serve una normativa organica», ha precisato De Filippo, «per dare un orientamento su tutti gli aspetti di questa problematica». Il decreto Balduzzi, ha commentato Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania, prevedeva degli interventi positivi che però non sono stati attuati. «Serve, invece, una ridefinizione precisa delle responsabilità, è necessario approvare le tabelle (pronte da anni, ma mai approvate) per il risarcimento del danno biologico, utili per l’assicurato e per il medico, e poi si deve puntare su un risk management nelle strutture sanitarie». Le nuove norme inoltre dovranno regolare il delicato aspetto delle spese assicurative, ormai esorbitanti e insostenibili. Una polizza, ha detto Roberto Lala, presidente dell’ordine dei Medici di Roma, «può aver un costo che varia dai 300 euro a 25 mila», specificando che gli specialisti a maggior rischio apertura di un contenzioso da parte di un paziente sono i chirurghi plastici, i ginecologi e gli ortopedici. Un nodo quello dei costi da non sottovalutare visto che, sempre secondo la ricerca, meno del 10% dei professionisti sarebbe disposto a impegnare oltre il 5% del suo reddito per un’assicurazione, mentre il 51% degli intervistati preferisce non avere una franchigia per il risarcimento dei danni.
Salute: Lorenzin, ora intervento risolutivo su medicina difensiva
“Ora probabilmente i tempi sono maturi per un intervento piu’ organico e veramente risolutivo” in tema di medicina difensiva. Cosi’ il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un messaggio scritto in occasione della presentazione di un sondaggio realizzato dall’Osservatorio Internazionale della Sanita’ sulle assicurazioni per il settore medico-sanitario. “Un intervento, pero’, che non si risolva, e non possa essere percepito, come la ricerca dell’impunita’ per i professionisti che sbagliano, ma che, al contrario, assicurando la giusta serenita’ a questi ultimi, riduca sino ad eliminarli i casi di malpractice, erogando una effettiva tutela al diritto costituzionale alla salute”, continua il ministro.
“L’allarmante incremento del numero dei contenziosi in ambito sanitario registrato negli ultimi anni – osserva Lorenzin – impone oggi una risposta seria sia ai cittadini che subiscono danni derivanti da malpractice, sia ai professionisti che devono poter esercitare serenamente la propria attivita’.
Il professionista sanitario coinvolto nei contenziosi e’, infatti, spesso costretto ad affrontare conseguenze in sede civile, penale, contabile e disciplinare, con esiti drammatici anche laddove poi il giudizio si risolva favorevolmente. Ne deriva un crescente ricorso alla cosiddetta medicina difensiva, la quale piuttosto che preoccuparsi di assicurare la salute del cittadino, appare finalizzata, in via prioritaria, a scongiurare eventuali procedimenti giudiziari e pretese risarcitorie. Ma questa non appare l’unica conseguenza negativa registrata: un altro aspetto particolarmente preoccupante e’ quello dell’esodo dalle specializzazioni maggiormente esposte a rischio; come pure l’impossibilita’, per molti operatori sanitari, di riuscire ad ottenere un’adeguata copertura assicurativa sul mercato. Per tutte queste ragioni – conclude il ministro – garantire ai professionisti la giusta serenita’ appare oggi indispensabile”. Le disposizioni introdotte dal decreto legge 158/2012 (decreto Balduzzi, ndr), sottolinea infine Lorenzin, “non hanno certamente la pretesa di risolvere tutti i problemi connessi a questo tema, ma sicuramente hanno il pregio di aver gettato un sasso nello stagno”
ItaliaOggi – 21 gennaio 2015