Febbre, mal di gola, perdita di gusto e olfatto, tosse. Ma anche dissenteria, dolori addominali, spossatezza generale. Nei casi più gravi anche difficoltà respiratoria o fiato corto, oppressione o dolore al petto, perdita della facoltà di parola o di movimento. Secondo un report dell’Imperial College di Londra e in base ad un’analisi effettuata su un cospicuo numero di pazienti ci sarebbero nuovi sintomi spia, molto simili a quelli che già conosciamo e ai quali si aggiungerebbero.
Quali? Brividi, perdita di appetito, mal di testa e dolori muscolari. Questo in base alle osservazioni condotte su oltre un milione di persone fra giugno 2020 e gennaio 2021: i ricercatori inglesi segnalano questi nuovi disturbi associati a Sars-CoV-2, che si aggiungono alle manifestazioni più ‘classiche’ e note già incluse nelle linee guida del Servizio sanitario nazionale inglese (Nhs): febbre, tosse persistente, perdita del gusto e/o dell’olfatto.
Fra i nuovi sintomi rilevati dagli studiosi del team React (Real-time Assessment of Community Transmission) dell’Imperial College, la presenza di alcuni di essi dipendeva dall’età, ma i brividi erano collegati a Covid-19 in tutti i gruppi indipendentemente dall”anagrafe’.
Vedremo di fare chiarezza su tutti questi aspetti perché, nonostante sia ormai trascorso più di un anno dall’esplosione della pandemia, la confusione è ancora molta.
Qual è l’importanza dei tamponi?
«Hanno un’importanza fondamentale, perché ci possono tutelare e difendere dagli asintomatici»
Quanti sono gli asintomatici?
«Possiamo parlare di oltre la metà dei casi».
E’ vero che stiamo stimando al ribasso il numero dei contagi?
«E’ probabile che in realtà le persone che hanno contratto il virus siano il doppio di quelli che calcoliamo ogni giorno attraverso i tamponi».
E’ per questo che in Italia si muore così tanto? Perché sfugge il tracciamento dei contagi?
«In Italia si muore molto perché, diciamoci la verità, il nostro è un Paese molto vecchio anagraficamente e si fa fatica a tenere lontani gli anziani dai più giovani, anche in questa fase. L’uso dei nonni come assistenza ai nipoti, per esempio, può diventare un problema».
Quando ne usciremo?
«Quando la maggior parte della popolazione sarà stata vaccinata. Anche se dovremmo spingere subito per immunizzare una particolare fetta di persone».
Quale?
«Gli over 65. Una volta vaccinati loro potremo stare più tranquilli. Perché è vero che negli ospedali ci sono anche persone più giovani, ma l’afflusso nelle terapie intensive arriva in particolare dai più anziani».
«Assolutamente no. Virus ce ne sono tanti in giro. Questi sono due possibili sintomi del Covid, ma possono anche essere solo una dissenteria perché, magari, la persona ha mangiato un’insalata lavata male, oppure un mal di gola dovuto ad un colpo di freddo. Usiamo più raziocinio, per piacere. E poi è fondamentale un aspetto: se sappiamo di non essere venuti a contatto con persone infette, non dobbiamo allarmarci».
Ma non lo possiamo sapere se il contatto è un asintomatico: come regolarsi in quel caso?
«Se compaiono i sintomi lasciamo che la malattia faccia il proprio decorso. Nella maggioranza dei casi febbre passa dopo alcuni giorni. Dobbiamo allarmarci soltanto nel caso in cui soffrissimo di patologie pregresse, se fossimo abbondantemente sovrappeso o se fossimo cardiopatici o diabetici. Oppure se sentissimo il cosiddetto affanno».