Oggi avrebbe potuto tornare un uomo libero, dopo due mesi in carcere (in parte a Venezia, in parte a Torino) e uno agli arresti domiciliari. E invece, sul filo di lana, il pm torinese Giancarlo Avenati Bassi ha chiuso l’indagine sulla «cricca» dei bolli auto e proprio ieri ha chiesto il giudizio immediato per 13 delle 15 persone arrestate lo scorso 29 novembre.
La richiesta prolunga infatti di altri tre mesi il termine della carcerazione preventiva e dunque per Lucio Fadelli, il 59enne dirigente regionale della Direzione Ragioneria e Tributi arrestato per associazione a delinquere e turbativa d’asta, sfuma il sogno della libertà e si avvicina invece l’incubo del processo. Con lui verranno portati di fronte al giudice anche il direttore per il Triveneto della Engineering Spa di Padova Antonio Rigato e il responsabile per il Veneto della Gec Matteo Catto. Secondo l’accusa, quest’ultima società, con sede a Cuneo, avrebbe di fatto «dettato» a Fadelli il bando per la gara regionale della riscossione del bollo auto, per tagliarselo su misura. E infatti se l’era aggiudicato, salvo poi finire nel mirino anche dei giudici del Tar del Veneto che avevano annullato un bando con clausole singolarmente stringenti («La società appaltante deve avere una sede a Cannaregio, Dorsoduro o Santa Croce», era scritto, per esempio). La procura di Torino e i carabinieri erano riusciti a scoprire che la Gec faceva regali a vari funzionari, ma su Fadelli non sarebbe spuntato ancora nulla. La «dettatura» era avvenuta in un bar di Torino, dove i militari avevano messo una cimice, e dunque questo comporta che il processo si dovrebbe tenere lì. Ma il difensore di Fadelli, l’avvocato Marco Vassallo, è pronto a sollevare la questione della competenza territoriale alla prima udienza.
Il Mattino Padova – 28 febbraio 2013