Che però potranno triplicare dall’anno prossimo. Non cominciate a fare spese pazze perché, per bene che vi vada, il taglio del cuneo fiscale vi metterà in tasca – l’anno prossimo, non ora, sia chiaro – 50 euro. Qualcuno dice 100, ma sembra improbabile. Insomma la grande battaglia per «dare un segnale» e per abbassare sia pure di poco la pressione fiscale, questo ha sortito: sono momentacci e la coperta è cortissima.
I fondi a disposizione per incidere sul cuneo fiscale sono il risultato di una operazione aritmetica: il taglio delle aliquote Irpef non ci sarà più, e il governo ha così risparmiato 4,2 miliardi. A questa somma, però, deve sottrarre 2 miliardi, che servono a ripianare il buco lasciato dalla rinuncia alla franchigia di 250 euro di detrazioni fiscali che sembra ormai acquisita, e va tolto anche il miliardo e due che serve per non toccare l’aliquota Iva del 10%, quella sui generi di prima necessità. Resta, per l’appunto, un miliardo, almeno per il 2013. Per gli anni successivi le cose potrebbero andare meglio perché le due aliquote Irpef lasciate intatte produrrebbero un gettito di 6,5 miliardi e quindi al miliardo di oggi se ne potrebbero aggiungere altri due (tre in totale, quindi) da destinare al taglio del cuneo fiscale. Ma questo – per l’appunto – dal 2014.
E quindi campa cavallo. Per ora atteniamoci al dato attuale: un miliardo a cui attingere per dare sollievo ai lavoratori dipendenti, solo a loro però, e non – per esempio – ai pensionati o ai lavoratori autonomi. A queste categorie, semmai, il beneficio verrà esteso dall’anno successivo, conti permettendo. Ma la misura non riguarda neppure tutti i dipendenti, ma solo coloro che hanno un reddito inferiore a 55 mila euro l’anno.E comunque, a guardare le dichiarazioni dei redditi degli oltre 20 milioni di dipendenti italiani, il 90,2% ha un reddito inferiore a 35 mila euro, e dato che nella fascia di reddito successiva (40-60 mila euro) c’è un altro 4% di lavoratori, la platea a cui si applica il beneficio previsto dalle legge di stabilità, è pressoché totale. I conti, a questo punto, è facile farli: 50 euro l’uno l’anno, centesimo in più o in meno.
E questo, sempre che le altre misure concordate dai relatori di maggioranza – Renato Brunetta per il Pdl e Pierpaolo Baretta per il Pd – vadano in porto così come sono. Tra queste, quella maggiormente attesa dalle famiglie che hanno investito sulla casa è la possibilità di sottrarre al tetto dei 3 mila euro di detrazioni fiscali, i costi sostenuti per i mutui.Si vuole anche rivedere la franchigia di 250 euro (quella, appunto che vale 2 miliardi) a partire dalle spese mediche, che potrebbero essere escluse oppure considerare nel loro insieme anziché per singola ricevuta. Si sta valutando anche la possibilità di aumentare le risorse per detassare il salario di produttività.
Da registrare anche la protesta degli studenti dell’Udu che sia il 14 che il 17 novembre prossimi saranno in piazza per lamentare il taglio del 40% del fondo per il diritto allo studio
La stampa – 5 novembre 2012