Recentemente alcune Associazioni di Consumatori hanno effettuato analisi ed evidenziato la presenza di idrocarburi di oli minerali in alcuni alimenti in commercio anche in Italia. Gran parte dei produttori di alimenti e di materiali di imballaggio sono oggi a conoscenza della problematica e hanno adottato o stanno adottando misure per ridurre la presenza di queste sostanze negli alimenti.
In alcuni casi queste misure possono avere un effetto immediato (es. sostituzione del tipo di imballaggio riciclato con, ove disponibili, imballaggi prodotti da fibre “vergini” o protezione dell’alimento mediante una “barriera” protettiva), in altri gli interventi possono essere molto più complessi in quanto la contaminazione deriva dalle materie prime (es. il cacao) che vengono raccolte e sottoposte a prime lavorazioni in Paesi nei quali non è sempre facile intervenire. Alcuni di questi interventi comportano inoltre un aumento di costi, che non sempre risulta accettabile da parte del consumatore, e un maggior impatto ambientale.
Nel 2012 il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (gruppo CONTAM) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che, nell’ambito dei differenti potenziali effetti sulla salute umana legati ai diversi gruppi di sostanze, i MOAH possono agire da cancerogeni genotossici, mentre alcuni idrocarburi saturi degli oli minerali (MOSH) possono accumularsi nei tessuti e provocare effetti avversi sul fegato di uno specifico ceppo di ratto. Non è ancora chiaro quali siano le molecole che tendono ad accumularsi e le effettive cause dei processi infiammatori nel fegato di questi animali.
Le Agenzie internazionali sono concordi nel prevedere che, al fine di limitare l’esposizione dei consumatori ai MOH e, in particolare, ai MOAH, sia necessario agire a partire dalle principali fonti di oli minerali negli imballaggi di carta e cartone prevedendo l’impiego di inchiostri da stampa, colle, additivi e coadiuvanti tecnologici privi di MOAH nei processi di produzione per gli imballaggi in carta e cartone. Occorre inoltre ridurre i livelli di contaminazione delle fibre riciclate con cui la gran parte degli imballaggi in carta e cartone oggi in commercio sono realizzati oppure utilizzare rivestimenti che agiscono come barriere (es. PET, acrilato, poliammide, ecc.) sulla parte interna dell’imballaggio.
Al fine di riassumere le informazioni disponibili il CeIRSA ha realizzato un documento di domande e risposte.
BFR Questions and answers on mineral oil components in food
ANSES issues recommendations to reduce foodstuff contamination by mineral oils
Ceirsa – 7 marzo 2018