Il ministero del lavoro rende noti i tassi per le proiezioni attuariali (da presentare entro il 30 settembre). Per gli enti di previdenza variabili già decise fino al 2060
I nuovi bilanci tecnici a 50 anni delle casse di previdenza dei professionisti all’insegna della prudenza. Il patrimonio infatti non potrà fruttare, almeno sulla carta, più dell’1% reale. In vista dell’ormai prossima scadenza del 30 settembre, il ministero del lavoro, con apposita nota protocollo del 18 giugno, ha inviato a tutti gli enti le attese «Variabili macroeconomiche» necessarie per realizzare le proiezioni attuariali. Cinque gli indicatori a disposizione per questa verifica “straordinaria’ e necessaria per analizzare il grado di sostenibilità degli enti (si veda ItaliaOggi del 23/05/12). Un test che, però, ha come conseguenza il passaggio al metodo di calcolo delle pensioni di tipo contributivo per tutte quelle gestioni non in linea con la richiesta della riforma Monti-Fornero. Non a caso, prevedendo l’impossibilità di raggiungere i cinque decenni di equilibrio tra entrate per contributi ed uscite per prestazioni, quasi tutte le casse di vecchia generazione (di cui al dlgs 509/94) hanno già annunciato riforme piuttosto incisive. Anticipando così la prevedibile imposizione/san-zione del ministero. Resta la circostanza, però, che le variabili macroeconomiche – per gli addetti ai lavori – rappresentano parametri programmatici difficilmente replicabili nela realtà. Uno degli indicatori che più colpisce riguarda il valore del Pil nominale che nel periodo compreso fra il 2016 e il 2021 raggiunge, quello che gli attuari definiscono, un «improbabile« 3,7% (dettato dall’inflazione al 2% più il Pil reale dell’1,7%) e addirittura un 3,9% nel decennio successivo. Rispetto alle variabili diffuse in passato c’è poi un aumento dell’occupazione e una riduzione della produttività. A questo punto molte casse
dovranno far ricorso a quei bilanci tecnici specifici aggiuntivi (articolo 2 del decreto 29 novembre 2007) per dimostrare, dati alla mano, che le prospettive del singolo ente in termini di successo di iscritti e di rendimenti del patrimonio sono più favorevoli. Ma non solo. Molti enti (soprattutto di nuova generazione nati già con il sistema contributivo) che in queste settimane di attesa hanno inviato di già ai ministeri vigilanti le loro proiezioni a 50 anni dovranno proabilmente rivedere il tutto. Per non parlare di quelle casse che si accingevano a inviare agli organismi vigilanti le loro riforme per il necessario via libera. E che ora dovranno rivedere molto delle loro delibere. Il tutto senza dimenticare che il 30 settembre non è poi così lontano.
ItaliaOggi – 19 giugno 2012