«Non c’è nulla – proprio nulla – di politico in questa presa di posizione, ma piuttosto piena coscienza di un giudizio dei mercati che diventa giorno dopo giorno più preoccupante»
Da fine giugno a fine settembre l’indice generale dei titoli italiani è caduto in Borsa del 25,3% contro il 16,1% dei titoli spagnoli. Nello stesso arco di tempo l’indice settoriale dei titoli bancari è calato per l’Italia del 31,7% contro il 19,2% della Spagna. Nel frattempo lo spread tra i titoli di Stato della Repubblica italiana e quelli tedeschi è passato dai 185 ai 377 punti attuali, ma soprattutto ha superato in curva gli spagnoli di una quarantina di punti sotto la spinta determinante di una grave perdita di credibilità della classe politica in generale e di quella di Governo in particolare.
Il declassamento di tre gradini dello Stato italiano, deciso ieri da Moody’s, esprime una valutazione molto severa e conferma la delicatezza della situazione. Se abbiamo chiesto prima al ministro dell’Economia e poi al presidente del Consiglio di farsi un esame di coscienza (siamo in grado di prendere le decisioni che servono?) e di trarne le conseguenze, mettendo nel conto delle proprie decisioni il prezzo che il Paese sta pagando sull’altare del decoro violato delle sue istituzioni, il motivo è solo questo.
Non c’è nulla – proprio nulla – di politico in questa presa di posizione, ma piuttosto piena coscienza di un giudizio dei mercati che diventa giorno dopo giorno più preoccupante. Nessuno (in casa e fuori) può dubitare che le banche italiane siano più solide e produttive di quelle spagnole. Così come nessuno, in buona fede, può sostenere che i nostri fondamentali siano più deboli di quelli iberici: a parte il debito pubblico, non c’è parametro che non sia nettamente favorevole a noi in termini di rapporto deficit/Pil, debito delle famiglie e delle imprese.
Probabilmente non poteva accadere diversamente, ma sarebbe stato meglio che il virus della balcanizzazione della politica non contagiasse anche il mondo delle imprese, quasi in una specie di “mandrakite”, perché quando la casa brucia la prima cosa da fare è spegnere l’incendio, non accendere altri focolai.
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Ilsole24ore.com – 5 ottobre 2011