Condizioni estreme, che hanno scatenato lo sdegno di diversi residenti. Sono partite alcune segnalazioni all´Enpa, l´Ente nazionale per la protezione degli animali, e al termine di un´accurata indagine i cani sono stati salvati e liberati.
L’operazione delle guardie zoofile è avvenuta in queste settimane. I volontari, a seguito di circostanziate segnalazioni, sono giunti a sapere che un cacciatore bassanese, P.P., faceva vivere alcuni cani da caccia sempre all´interno di un piccolo furgone, in un piazzale condominiale di Marchesane. Una circostanza rilevata sia nella stagione invernale, pur con le rigide temperature, ma soprattutto d´estate, senza protezione dalla calura.
Le guardie zoofile hanno pertanto effettuato due appostamenti della durata di ventiquattro ore, a distanza di una settimana uno dall´altro. Durante il controllo, le guardie hanno filmato e fotografato tutto, compreso il fatto che i sette cani erano costretti a vivere in due per trasportino, e uno singolo, e nessuno aveva acqua a disposizione.
Per questo motivo P.P. è stato denunciato per detenzione di animali con modalità incompatibili con la propria natura.
Il sostituto procuratore Giovanni Parolin, alla luce delle prove raccolte, ha incaricato il Corpo forestale dello Stato, di sequestrare le povere bestiole, provvedimento avvenuto nei giorni scorsi.
Renzo Rizzi portavoce del Coordinamento Protezionista Vicentino, ha dichiarato: «Questa notizia fa scalpore in quanto l´allevatore è anche un noto cacciatore di beccacce, che realizza convegni e scrive libri – spiega l´animalista -. Sembra che detenere questi animali in condizioni difficili e in completa sudditanza psicologica, alla totale dipendenza dell´uomo anche per i bisogni primari come l´acqua, possa dare degli importanti risultati nell´utilizzo degli stessi come mezzi di caccia».
«È una cosa abominevole – rincara Rizzi -, ma non è nulla di nuovo per quell´ambiente: sono centinaia gli allevatori veneti che “producono a fine di lucro” cani per questo sport. Dove finiscono, però, tutti quegli animali giovani, dai quattro ai sei mesi, segugi in particolare, che rientrano nelle strutture in seguito “alla prova con bocciatura” e quindi il rifiuto all´acquisto da parte del cacciatore? Credo vi siano pochi dubbi sulla loro sorte, anche loro, “i migliori amici dell´uomo”, vittime di un sanguinario gioco per adulti insensibili».
Il Giornale di Vicenza – 31 agosto 2012