Resta l’arco temporale dei 36 mesi. Precedenza assunzioni per le mamme. Per i contratti a tempo determinato il tetto delle proroghe passa da otto a cinque. La commissione Lavoro della Camera ha approvato un emendamento del Pd (prima firma Maria Luisa Gnecchi), che riduce il numero massimo di rinnovi lasciando però invariato il termine complessivo dei 36 mesi.
Il via libera da parte della commissione al provvedimento è atteso nel pomeriggio, al termine delle votazioni dell’assemblea sul Documento di economia e finanza (Def). Il testo è atteso nell’aula di Montecitorio a partire da domani mattina.
MAMME, PRECEDENZA NELL’ASSUNZIONE
Novità in vista, sui contratti a tempo determinato, anche per le mamme: potranno conteggiare il periodo di congedo di maternità, ai fini dei requisiti necessari per acquisire il diritto di precedenza, per le assunzioni a tempo indeterminato. Lo prevede un emendamento al decreto legge Lavoro, presentato dal relatore, Carlo dell’Aringa, e approvato dalla commissione Lavoro della Camera. In pratica, la proposta di modifica stabilisce che il congedo di maternità «concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza» nel caso di assunzione a tempo indeterminato, da parte dell’azienda. Alle stesse lavoratrici è anche riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi, «con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine». L’emendamento stabilisce inoltre che il datore di lavoro «è tenuto a informare il lavoratore del diritto di precedenza» attraverso «comunicazione scritta da consegnare al momento dell’assunzione».
VINCOLI PIù STRINGENTI PER I DATORI DI LAVORO
Diventa, infine, più stringente il “vincolo” per i datori di lavoro: quando assumono lavoratori a tempo determinato, superando il tetto del 20%, sono obbligati all’assunzione a tempo indeterminato. Di più: «I lavoratori assunti a termine, in violazione del limite percentuale, sono considerati lavoratori subordinati a tempo indeterminato, sin dalla data di costituzione del rapporto di lavoro». La sanzione non si applica ai rapporti di lavoro, che superano il limite percentuale, instaurati precedentemente all’entrata in vigore del decreto legge.
DIMISSIONI IN BIANCO, TUTTO RINVIATO AL JOBS ACT
La commissione Lavoro del Senato, intanto, prende tempo sul ddl contro le dimissioni in bianco approvato alla Camera. L’organismo parlamentare presieduto da Maurizio Sacconi (Ncd), da sempre contrario al provvedimento, ha votato infatti affinché il testo venga discusso insieme alla delega al governo sul lavoro, più nota come Jobs Act. La decisione ha creato tensioni tra il Partito democratico e Sinistra ecologia e libertà. Il partito di Vendola commenta così la scelta del rinvio. «Il ddl sull’abrogazione dell’odiosa pratica delle “dimissioni in bianco” è stato affossato», denunciano Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto del Senato e Giovanni Barozzino, capogruppo di SEL in commissione Lavoro.«Sul tema del lavoro – scrivono i parlamentari – abbiamo assistito, ancora una volta, alla scrittura di una pagina vergognosa da parte di quelle forze politiche che, in campagna elettorale si propongono come paladini dei diritti dei lavoratori, e poi all’interno del Parlamento fanno l’esatto contrario».
La Stampa – 17 aprile 2014