Dichiarazioni redditi. Precompilate, lo sprint per la ricerca dei dati. L’incognita sulla qualità degli importi inviati. Per le spese sanitarie sarà necessaria la verifica del contribuente
Meno 49: sono i giorni che mancano al 7 marzo, data entro cui il Fisco italiano avrà a disposizione tutti i dati per preparare il 730 precompilato del 2016. Uno stress test soprattutto per sostituti d’imposta e professionisti chiamati a trasmettere una grande mole di informazioni dalla cui qualità dipenderà buona parte del successo dell’operazione 730.
Il primo snodo è al 1° febbraio, scadenza per l’arrivo dei dati sanitari anche se dalle categorie interessate è giunta la richiesta di una proroga.
Il peso specifico
Ma quanto incideranno le nuove informazioni trasmesse? Si sa che la detrazione sulle spese sanitarie è presente in media in sette dichiarazioni dei redditi su dieci. È interessante, però, vedere come questa percentuale cambia a livello territoriale. Usando come campione i modelli 730 elaborati e trasmessi nel 2015 dal Caf Acli, si va dal 55,7% della Sardegna al 77,9% della Lombardia. In generale, il ricorso alle detrazioni è più alto al Centro-nord, e segue i maggiori redditi dichiarati, anche se – tra tutti i bonus fiscali – quello legato alle spese mediche è uno dei più rigidi rispetto al reddito, proprio perché si tratta di una spesa essenziale.
Comunque, guardando al 15 aprile – quando le Entrate metteranno la precompilata a disposizione dei contribuenti – la vera domanda è un’altra: quante volte il dato inserito dal Fisco dovrà essere corretto dai contribuenti? Di sicuro, non ci saranno i farmaci acquistati nelle parafarmacie (non ancora collegate al sistema tessera sanitaria) né le ricevute in cui il medico non ha annotato il codice fiscale del paziente (l’aggiunta è facoltativa quest’anno).
Ma potrebbero esserci anche effetti paradossali. Nel 730 sarà indicato solo il totale delle spese mediche e – per la privacy – i Caf e i professionisti non potranno accedere al dettaglio delle spese. Così gli intermediari dovranno rifare il lavoro da zero, facendosi consegnare tutti i documenti dal contribuente e sommando gli importi per vedere se i due totali combaciano. E se il contribuente ha perso uno scontrino della farmacia, quella spesa – che pure appare nel totale inserito dal fisco – non sarà portata in detrazione dal Caf, che non si assumerà la responsabilità di una detrazione non documentata.
I lavori in casa del 2015
Un’altra delle voci che saranno inserite nella prossima precompilata sono le spese per le ristrutturazioni edilizie e la riqualificazione energetica degli edifici, pagate con bonifico “parlante” dai proprietari di immobili nel corso del 2015. Si tratta di importi che andranno inseriti per la prima volta nel 730-2016 e per i quali il Fisco non può fare il copia-incolla dalla dichiarazione precedente. Per capire quante persone saranno interessate da questa novità, si può andare a vedere quanti contribuenti hanno “aggiunto” questo tipo di dato nel 730-2015 ( in relazione a spese effettuate nel corso dell’anno precedente). Sempre secondo le statistiche del Caf Acli, il bonus del 50% è stato inserito la prima volta nel 15,6% dei 730, cui si aggiunge l’ecobonus al 65%, inserito nel 2% delle dichiarazioni.
In queste ipotesi, il caso più comune in cui potrebbero servire modifiche è quello in cui il contribuente abbia pagato con bonifico parlante anche spese in tutto o in parte non detraibili: ma per ora è impossibile dire quanto sia frequente.
Il controllo di qualità
Una sfida rilevante riguarda la qualità delle informazioni trasmesse o già presenti in Anagrafe tributaria. Nella campagna del 730 precompilato 2015, molti contribuenti hanno preso atto di dati non corretti relativi a immobili e terreni, poi altri problemi sono emersi anche in relazione all’assenza del numero dei giorni per il calcolo della detrazione da lavoro dipendente. Nelle scorse settimane è stata affrontata la questione di come garantire un maggior presidio dell’Agenzia nella fase di arrivo dei dati per segnalare gli errori ai soggetti che li trasmettono (si veda Il Sole 24 Ore del 21 ottobre). Mentre l’acquisizione dei dati del sistema tavolare potrebbe contribuire a migliorare l’affidabilità dei dati sul fronte immobili.
18 gennaio 2016