E la sanità Usa sceglie DiaSorin per il primo test per diagnosticare il virus Zika. Sarà disponibile a fine settembre dopo l’approvazione d’urgenza della Food and Drug Administration
Sarà un’azienda italiana a studiare i nuovi test per diagnosticare il virus Zika. «Abbiamo siglato ieri un contratto da 2,6 milioni di dollari con la Biomedical Advanced Research and Development Authority — ente del Dipartimento Usa per la salute, con il compito di fronteggiare potenziali emergenze sanitarie — per sviluppare una soluzione completamente automatizzata capace di rilevare in laboratorio le infezioni da Zika».
Ad annunciarlo è Carlo Rosa, dal 2006 amministratore delegato di DiaSorin, società quotata alla Borsa di Milano, specializzata in diagnostica in vitro, di cui è anche azionista all’8,5% (il 4,2% è posseduto da Even Chen Manachem e il 44,9% da Finde di Gustavo Denegri, attuale presidente). L’azienda, presente sul mercato con oltre 115 test riguardanti i settori delle malattie infettive, dell’oncologia e dell’endocrinologia, investe ogni anno nella ricerca circa 35 milioni di euro. Il gruppo, con 1.620 dipendenti, 27 sedi nel mondo e una presenza grazie alla distribuzione in 80 Paesi, nel primo semestre dell’anno ha realizzato ricavi per 266,2 milioni di euro (+8,6% rispetto al 2015).
«L’essere scelti e finanziati nelle nostre ricerche dal governo Usa — spiega Rosa — rappresenta per noi un importante riconoscimento di 40 anni di esperienza nello studio delle malattie infettive e una occasione di sviluppo nel continente americano». Il gruppo di Saluggia negli Stati Uniti ha il 35% del suo mercato e intende crescere. A inizio maggio ha acquisito per circa 300 milioni di dollari Focus Diagnostics, società specializzata in immunodiagnostica e diagnostica molecolare, con la quale conta di conquistare i grandi ospedali americani.
L’amministrazione Obama ha stanziato oltre 600 milioni di dollari per scongiurare l’emergenza da Zika e farà sviluppare diversi test per la diagnosi del virus, così da aumentarne la disponibilità e ridurne i costi per i pazienti. Ma l’allarme dopo i primi cinque casi di trasmissione locale accertati in Florida — ossia attraverso le punture di zanzara — si fa sempre più pressante. Tanto che le autorità hanno sconsigliato alle donne incinte di recarsi in un’area che include anche Miami Beach. «Questo perché lo Zika può essere trasmesso al feto e provocare la microcefalia e altri gravi danni cerebrali. Il problema — spiega Rosa — è che spesso chi contrae il virus non si rende conto di essere infetto. Poterlo identificare quindi è fondamentale. I nostri test, prodotti nello stabilimento di Stillwater, saranno disponibili a fine settembre, dopo l’approvazione d’urgenza da parte della Food and Drug Administration».
Gabriele Principato – Il Corriere della Sera – 23 agosto 2016